Afghanistan: migliaia in fuga verso la Turchia una grana per Erdogan – Il presidente turco sotto la pressione dell’opposizione e dell’opinione pubblica. L’hashtag ‘non vogliamo più rifugiati’ spopola sui social.
La Turchia ha fermato diverse centinaia di afghani in fuga dall’avanzata dei talebani, partiti da un Paese in fiamme con il sogno di raggiungere l’Europa. Più di 200 afghani sono stati intercettati in una singola operazione della Guardia costiera, mentre erano a bordo di una imbarcazione di fortuna nell’Egeo.
Altri 219 afghani (più altri 22 migranti) sono stati fermati a bordo di diversi gommoni nella provincia di Canakkale, nell’Egeo settentrionale; nell’operazione sono stati arrestati due presunti trafficanti, pescatori accusati ai aver chiesto 5 mila dollari da ciascuno per compiere l’attraversamento.
Circa mille sono stati fermati a Istanbul, mentre in tanti cercano di attraversare il confine orientale della Turchia o attendono disperatamente un visto e le domande presso le cancellerie occidentali di Kabul aumentano ogni giorno.
Il presidente Recep Tayyip Erdogan è sotto pressione da parte di opposizione e opinione pubblica: l’hashtag ‘non vogliamo più rifugiati’ spopola sui social. La Turchia è infatti diventata il Paese al mondo con più rifugiati, 4 milioni sono i siriani e gli afghani già costituiscono il secondo gruppo più numeroso, oltre 200 mila prima di questi giorni. Secondo le stime delle organizzazioni non governative sono in 300 mila ad aver abbandonato le proprie case da quando i talebani hanno ripreso il controllo delle aree rurali, mentre circa 7 milioni di afghani vivono in Pakistan e Iran, entrambi Paesi che non accettano altri rifugiati.
La Turchia è la porta d’accesso per l’Europa per gli afghani in fuga attraverso l’Iran, che si sottopongono a un duro cammino attraverso le montagne, al confine con le province di Van ed Igdir. Secondo la prefettura di Van sono 27 mila i migranti fermati per aver attraversato illegalmente il confine con l’Iran da gennaio, 1.500 nell’ultima settimana.
La Turchia aveva firmato nel 2016 un accordo con l’Ue per bloccare i flussi migratori e gestire i siriani all’interno del Paese in cambio di 6 miliardi di dollari, ma ora il problema si ripropone con gli afghani.
Ankara sta costruendo un muro di circa 300 chilometri al confine con l’Iran per prevenire nuovi flussi e intanto ha reagito duramente al premier austriaco Sebastian Kurz, che aveva definito la Turchia “un posto più appropriato per i migranti di Germania o Austria”. La Turchia “non sarà il campo profughi d’Europa’”, ha replicato il ministero degli Esteri.