Sudan – Il primo vicepresidente del Consiglio sovrano di transizione in Sudan, Mohamed Hamdan Dagalo “Hemedti”, ha sottolineato che i militari non permetteranno un colpo di stato contro il potere e mineranno il lavoro del governo di transizione, osservando che i politici sono quelli che danno opportunità per i colpi di stato.
Hemedti, ha detto durante un discorso rivolto alle sue forze nei villaggi a nord della capitale, Khartoum, che: “il governo di transizione ha ottenuto risultati importanti in file importanti, compreso il miglioramento delle relazioni estere, riportando il Sudan nell’abbraccio della comunità internazionale dopo lungo tempo d’ isolamento, e iniziando a perdonare i debiti esteri, oltre a rimuovere il Sudan dalla lista dei paesi“.
Hemedti ha aggiunto che il Sudan ha dato l’addio alla guerra e non vi tornerà più, osservando che “i militari vogliono una vera trasformazione democratica attraverso elezioni libere ed eque soggette a supervisione per evitare brogli, che si sono verificati prima, in riferimento a brogli elettorali durante il governo del deposto presidente Omar al-Bashir“; ha criticato i politici che si preoccupano del potere e trascurano lo sviluppo, sottolineando che “i politici sono quelli che danno opportunità ai colpi di stato preoccupandosi del potere e trascurando lo sviluppo“.
È interessante notare che la leadership dell’esercito sudanese ha rimosso Al-Bashir dal potere l’11 aprile 2019, dopo un governo trentennale sotto il peso delle proteste popolari che condannavano il deterioramento delle condizioni economiche.
Il Sudan ha assistito a molti colpi di stato militari da parte di generali dell’esercito sudanese dalla sua indipendenza nel 1956, l’ultimo dei quali è stato il colpo di stato di Al-Bashir nel giugno 1989 con una coalizione tra militari e civili per ordine del movimento islamico che governava il paese (1989- 2019).
Il Sudan è governato da una coalizione di militari e civili per 39 mesi, iniziata il 21 agosto.