Boris Johnson, il primo ministro britannico, ha invitato i paesi del mondo a non riconoscere unilateralmente i talebani, sottolineando la ricerca di preservare le conquiste fatte in Afghanistan, sottolineando che la situazione in Afghanistan si stava rapidamente deteriorando.
Riunione di crisi
Domenica il primo ministro britannico ha convocato una nuova riunione di crisi del governo e mercoledì convocherà il parlamento per rispondere alla crescente preoccupazione dei parlamentari per la situazione in Afghanistan.
La decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Afghanistan dopo 20 anni di intervento ha spinto altri paesi della NATO, inclusa la Gran Bretagna, a seguire l’esempio, ma Londra ha mosso negli ultimi giorni critiche sincere al suo alleato americano.
Johnson ha annunciato, alla televisione britannica, dopo una riunione di crisi di governo, che il suo Paese intende “esercitare pressioni” attraverso canali diplomatici e politici, escludendo finora l’ipotesi di una “soluzione militare”.
Il Parlamento interrompe la sua pausa
Da parte sua, domenica il ministro degli Esteri britannico Dominic Raab ha dichiarato su Twitter che è “sensibile che la comunità internazionale sia unita nel dire ai talebani che la violenza deve finire e i diritti umani devono essere protetti”.
La Camera dei Comuni ha annunciato che Boris Johnson ha deciso di convocare il Parlamento, attualmente sospeso a causa della pausa estiva, per tenere una riunione d’emergenza mercoledì mattina.
Il leader dell’opposizione britannica Keir Starmer ha chiesto al Parlamento di riunirsi in modo che il governo spieghi “come intende lavorare con i suoi alleati per evitare una crisi umanitaria e non tornare ai tempi in cui gli estremisti hanno usato l’Afghanistan come base”.
I progressi dei talebani hanno spinto Londra ad annunciare giovedì sera che nei prossimi giorni avrebbe inviato circa 600 soldati per evacuare i suoi cittadini dal Paese.