Impossibile credere alle parole “concilianti” dei Talebani sui diritti delle donne, con l’imporsi qualche giorno fa del loro “Emirato Islamico dell’Afghanistan”. Avrebbero già fatto una vittima, che non solo è sparita da giorni, ma potrebbe aver pagato con la vita la sua opposizione agli “studenti coranici”.
Si tratta di Salima Nazari, 41 anni, la prima governatrice afghana dopo la caduta talebana nel 2001. Amministra (non vogliamo parlare di lei al passato) il distretto di Charkint, nel nord del Paese. E’ abitato da più di 32.000 persone che vivono nella provincia di Balkhl, nota per la sua strenua resistenza ai fanatici islamici.
Salima lavora sia in ufficio che gestendo operazioni militari. Di famiglia sciita hazara (etnia discriminata come raccontava “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini e odiata anche dall’Isis), è nata in Iran, dove i suoi genitori erano fuggiti dopo l’invasione sovietica.
La futura governatrice ha studiato e si è laureata a Teheran, poi è tornata nella patria d’origine. La ong “Hope Hazara”, che difende la comunità a cui Salima appartiene, riferisce è stata arrestata dai Taliban.
A.B.