Continua il dramma di Haiti, dopo il devastante terremoto che il 14 agosto ha causato oltre 2.200 morti e quasi 10 mila feriti. Nonostante “l’ondata di aiuti internazionali” e che “la fase dell’emergenza sia finita”, Medici Senza Frontiere fa presente che i piccoli villaggi situati in zone più inaccessibili, non sono stati ancora raggiunti. Lo ha detto la capo missione Alessandra Giudiceandrea, la quale ha aggiunto che il sisma ha aggravato una situazione già difficile per la popolazione. “Da mesi a causa dei conflitti politici, la popolazione era già in estrema difficoltà, era carente di cibo e di sostentamento. I problemi strutturali restano con in più i gravi disagi dovuti al terremoto”.
Per raggiungere certi centri abitati, è stato necessario l’elicottero, che comunque rende difficoltose le operazioni. “Per fortuna, nei villaggi dove siamo arrivati di recente c’erano pochi feriti. Ma temo che ci siano altri villaggi dove nessuno è arrivato” , continua la responsabile di Msf. “I soccorsi si sono concentrati nelle grandi città, perché più facilmente raggiungibili e questo ha creato anche delle tensioni sociali. Sull’unica strada nazionale facilmente percorribile ci sono state violenze, convogli carichi di aiuti umanitari che sono stati bloccati da chi si sentiva scavalcato e non aiutato”.
Va detto comunque che gli aiuti, anche governativi, sono stati rapidi. Lo conferma la stessa Giudiceandrea. “Dopo un’ora e mezzo dalla scossa è stata allestita un’unità di crisi della Protezione civile. C’è una grande collaborazione, anche se manca un vero e proprio coordinamento degli interventi, che è difficile in queste situazioni per i tanti attori presenti. Questo crea problemi di efficienza.”
Alessandra Boga