Sappiamo bene quanto la tragedia afgana coinvolga anche l’Italia per le persone da evacuare da Kabul. Tra loro, in Afghanistan, ci sono pure 181 studenti dell’Università “La Sapienza” di Roma.
Ottantuno sono ragazze, con i rischi che corrono le donne sotto i Talebani (che tra l’altro hanno già annunciato che vieteranno le classi miste tra ragazze e ragazzi). In tutto dovrebbero essere salvate 180-190 persone. Ce ne sono altre 9, tra cui dei bambini. Complessivamente sono 90 coloro che vorrebbero fuggire.
Studenti indiani ed iraniani avrebbero dovuto essere espatriati dall’Afghanistan prima dell’attacco del 26 agosto, ma nulla da fare. Ora le persone sono 180 perché, ha spiegato all’ANSA il prorettore del famoso ateneo romano Bruno Botta, “abbiamo deciso di aprire anche a coloro che non erano stati inizialmente ammessi”.
Attende di lasciare l’Afghanistan insieme ad altri 3 o 4 bambini, quello di un docente afghano, anche lui rimasto lì con altri suoi familiari. La rettrice della Sapienza Antonella Polimeni ha spiegato il procedimento che stanno seguendo: hanno già provveduto a fornire al Ministero della Difesa l’elenco dei 118 studenti afghani che erano già stati ammessi. Ora, avvalendosi dell’amissione tradiva, vogliono aggiungere anche coloro che non ce l’avevano fatta.
La ministra dell’Università Cristina Messa ha spiegato che stanno lavorando con gli altri ministeri ed istituti. Intanto, dice ancora, sono pronti ad accogliere i primi studenti e ricercatori afghani.
Alessandra Boga