Germania: voto sul filo del rasoio, è sfida sul clima

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Germania – Secondo gli ultimi sondaggi, la distanza tra Spd e Cdu/Csu si riduce a una forbice che va da 3 ad un solo punto. Greta Thunberg a Berlino: “Questo Paese è una canaglia del clima”

Con un’elezione che si profila sempre di più sul filo del rasoio, gli sfidanti nella corsa alla cancelleria si sono lanciati nell’ultimo duello, questa volta a distanza. Il socialdemocratico Olaf Scholz a Colonia, la leader Verde Annalena Baerbock a Duesseldorf, il candidato di Cdu/Csu Armin Laschet a Monaco di Baviera. Questo mentre nelle strade di Berlino fino a 100 mila persone hanno marciato sotto le insegne di “FridaysForFuture”, con la leader globale del movimento, l’attivista svedese Greta Thunberg, che è arrivata a definire la Germania “una canaglia del clima”.

Ebbene, sia Scholz che, ovviamente, Baerbock, hanno fatto della lotta contro il ‘climate change’ l’argomento centrale del loro comizio finale. Laschet, invece, è tornato a chiamare al proprio fianco Angela Merkel, che è tornata ad invitare i tedeschi a votare l’unione Cdu/Csu in quanto rappresentante dei valori di “misura e centro”. Sono i conservatori, così la cancelliera, quelli che “costruiscono ponti quando ci sono i problemi”, ed è per questo che sono loro “a dover guidare il prossimo governo”. E ancora: “Dobbiamo dire semplicemente che per mantenere stabile il Paese, Laschet deve diventare cancelliere e la Cdu/Csu deve essere la prima forza”, ha scandito l’ex ‘ragazza dell’est’.

Dopodiché è toccato al candidato cancelliere tornare a battere sul suo tormentone nell’ultimissima fase della campagna elettorale: la prospettiva di un governo ‘rosso-rosso-verde’, ossia formato da Spd, Verdi e la Linke, il partito della sinistra radicale, secondo lui “un danno grave per il Paese”.

Laschet insiste: “Non va sottovalutato il rischio” che la Spd – se uscirà prima dalle elezioni federali che si tengono questa domenica – finisca per mettere in piedi una coalizione insieme agli ambientalisti e alla sinistra. “Bisogna fare molta attenzione – batte il chiodo Laschet – perché si sentono sicuri, credono di aver già vinto le elezioni: ebbene, io dico che quello che bisogna fare in queste 48 ore è di impedire un governo rosso-rosso-verde”.

Toni completamente diversi a Colonia, dove il candidato socialdemocratico ha arringato la folla di militanti sotto un sole accecante: “Hanno ragione i giovani che marciano per le strade: la crisi del clima esiste. E’ una catastrofe. Dobbiamo agire adesso. E i socialdemocratici lo faranno, agiranno”, ha esclamato Scholz con toni per lui particolarmente accesi, nel tentativo di cogliere al balzo l’occasione fornitagli dai grandi cortei di “FridaysForFuture” che hanno attraverso oltre 400 città in tutta la Germania. “L’anno prossimo chiuderemo l’ultima centrale nucleare”, ha aggiunto l’attuale ministro alle Finanze, “perché quella nucleare che continua ad essere una tecnologia pericolosissima. Siamo contenti che ne stiamo uscendo”.

A Colonia è arrivato ad utilizzare un argomento sentito molte volte già nelle argomentazioni dei Verdi: “Se riusciamo a mettere in atto la transizione verso un’industria neutrale dal punto di vista climatico”, così ancora lo sfidante socialdemocratico, “sarà la maggiore modernizzazione industriale che si sia vista in 100 anni”.

Per il resto Scholz si è rivolto soprattutto al ceto medio tedesco, promettendo pensioni stabili e accusando Cdu/Csu e i liberali di Christian Lindner “di non sapere fare di conto e di mancare di solidarietà” quando dicono che proprio i redditi più alti abbiamo bisogno “di un urgente abbassamento delle tasse”. A detta del socialdemocratico è vero il contrario: sarà questo, a detta dei commentatori, uno dei maggiori terreni di scontro nei negoziati per la futura coalizione di governo che si apriranno da lunedì prossimo.

Ovvio che anche Baerbock utilizzi il suo ultimo comizio per parlare di clima: “In queste elezioni tutto è in gioco. Questo voto è un voto del clima”, ha battuto il ferro al comizio conclusivo dei Verdi a Duesseldorf. “Non possiamo più permetterci di fare le cose a metà”. E riferendosi ai ragazzi in marcia con Greta Thunberg, Baerbock ha ribadito quel che hanno ripetuto in piazza i giovani: “Agite finalmente, smettete con le chiacchiere”. Quello di cui c’è bisogno, ha scandito ancora la leader dei Verdi, “è un governo del clima”. Quello che bisogna fare per combattere il riscaldamento terrestre, “è chiaro”, insiste la leader dei Verdi: “La Germania deve uscire dal carbone al massimo entro il 2030, permettere solo la circolazione delle ‘auto pulite’ e installare impianti a energia solare su tutte le case. Non abbiamo il problema di capire cosa bisogna fare, abbiamo un problema in quanto all’agire, ma non c’è tempo da perdere”, insiste la sfidante verde nella corsa a prendere il posto oggi occupato da Merkel. “Altrimenti il futuro sarà impagabile dal punto di vista di costi: è in pericolo la libertà delle generazioni futuro, il clima è una missione di libertà”.

Ma i margini per far cambiare idea agli indecisi si fanno di ora in ora più stringenti: stando agli ultimi due sondaggi, la distanza tra Spd e Cdu/Csu si riduce ad una forbice che va da 3 ad un solo punto. Per il rilevamento Forsa, i socialdemocratici rimangono stabili al 25% dei consensi contro il 22% dell’unione conservatrice, con i Verdi che seguono al 17%. Ancora più risicata è la partita secondo il sondaggio Allensbach, dove la Spd con il 26% è prima, ma seguita ad un solo punto di distacco dalla Cdu/Csu. I Verdi rincorrono a distanza con il 16% dei consensi, i liberali dell’Fdp – che puntano a fare da ago della bilancia nelle trattative per il futuro governo – non vanno oltre il 10,5%. Non è un caso infatti, che lo stesso Laschet, parlando la mattina davanti alle telecamere della Zdf, abbia ammesso: “Non è detto che la sera delle elezioni si sappia quale sarà l’aspetto del nuovo cancelliere”.

Agi

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