Da quando i talebani hanno preso il controllo dell’Afghanistan, sono aumentati i timori per le sorti della popolazione, in particolare delle donne afgane. Avevamo già parlato delle iniziative di molte di loro per contrastare questo fenomeno, dalle manifestazioni alle campagne sui social media.
Come avevamo già parlato dell’iniziativa di Bahar Jalali che, dopo aver visto le immagini di donne afgane velate e completamente coperte durante una manifestazione pro-talebana nella capitale Kabul, Bahar Jalali, ha lanciato una campagna mettendo in risalto i colori vibranti dei tradizionali e colorati abiti afgani. Probabilmente nemmeno la storica afgano-americana si sarebbe aspettata il successo mediatico che ne sarebbe derivato.
This is Afghan culture. I am wearing a traditional Afghan dress. #AfghanistanCulture pic.twitter.com/DrRzgyXPvm
— Dr. Bahar Jalali (@RoxanaBahar1) September 12, 2021
In tantissime hanno condiviso le foto dei propri abiti dai colori accesi, le decorazioni e i disegni che evocano la tradizione sartoriale dell’Afghanistan, in netto contrasto con i burqa imposti dai Talebani.
#ICDO stands proudly with strong and vocal #AfghanWomen who are willing to continue representing their vibrant and diverse #AfghanistanCulture through a colorful traditional clothes. 💃🏽💃🏼💃🏻#DoNotTouchMyClothes 💥#Afghanistan pic.twitter.com/shqrndoxAg
— ICDO (@ICDOat) September 24, 2021
Jalali, che vive a Glenwood, nel Maryland, ha affermato di essere molto preoccupata che il patrimonio e la cultura del suo paese vengano distorti, come ha dichiarato all’Agence France-Presse.
Così la 56enne ha creato l’hashtag #DoNotTouchMyClothes” per pubblicare foto di donne che indossano abiti afgani colorati e ricamati e sorridono davanti alla telecamera.
This is my traditional Afghani dress and that is my true culture. #AfghanistanCulture #afghanistanwomen pic.twitter.com/VlhiQBTYiB
— Wazhma Ayoubi (@WazhmaAyoubi) September 13, 2021
Bahar Jalali si è trasferita negli Stati Uniti quando aveva sette anni. Nel 2009, è tornata in Afghanistan per insegnare storia all’Università americana di Kabul. Dopo 8 anni e mezzo ha fatto ritorno negli Stati Uniti.
La campagna lanciata da Jalali è arrivata dopo le nuove leggi annunciate dai talebani che reprimono le donne, impedendo loro di andare a lavoro e privandole temporaneamente di esercitare qualsiasi ruolo nel settore pubblico.
Un preoccupante ritorno al passato, a quando, tra il 1996 e il 2001, i diritti delle donne in Afghanistan furono quasi completamente annientati dalla supremazia talebana.