Al G20 sull’Afghanistan, come previsto non hanno partecipato né la Russia né la Cina (nelle persone del presidente russo Vladimir Putin, del suo ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e del presidente cinese Xi Jinping): due Paesi che giocano un ruolo fondamentale nella questione. A rappresentarli sono stati per la Russia un viceministro degli Esteri e per la Cina il ministro degli Esteri Wang Yi. Quest’ultimo ha sostenuto la necessità di agire “sulla base del rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’integrità territoriale dell’Afghanistan”. “Imporre la propria ideologia agli altri”, interferendo negli affari interni degli altri Paesi o intervenendo militarmente, ha aggiunto, causerà soltanto ulteriori disordini e povertà.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha presieduto l’evento, nella conferenza stampa successiva ha osservato che “è essenziale che Russia e Cina partecipino al G20” previsto per il 30 e il 31 ottobre a Roma in cui si parlerà ad esempio del clima. Richiesta anche la presenza dell’India. Quelli che saranno trattati sono “problemi che travalicano i confini nazionali, da affrontare in consessi internazionali”, ha sottolineato Draghi.
A.B.