Libano – Pochi minuti dopo l’annuncio del rigetto da parte della Corte di Cassazione del ricorso presentato dai deputati del movimento Amal per la sostituzione del Giudice Tareq Bitar incaricato delle indagini sull’esplosione del porto di Beirut, i sostenitori del movimento hanno preso d’assalto alcune strade di Beirut per esprimere, contro questa decisione, la loro insoddisfazione.
Il bilancio degli scontri provocati dalle manifestazioni è di 3 morti nella cittadina di Tayyouné e di oltre 20 feriti.
La Corte di Cassazione del Libano, oggi, ha respinto le denunce presentate da due ex ministri contro il giudice incaricato delle indagini sull’esplosione al porto di Beirut e che consentirebbe al giudice, di riprendere le indagini.
Il giudice incaricato Tareq Bitar, è stato costretto martedì a sospenderle in attesa del verdetto della Corte. Ricordiamo che il 4 agosto del 2020, al porto di Beirut, un’esplosione causata dallo stoccaggio di enormi quantità di nitrato di ammonio, provocò la morte di almeno 214 persone e il ferimento di oltre 6500 persone, in diversi quartieri della città.
Denunciate per negligenza criminale, le autorità rifiutano qualsiasi indagine internazionale e sono accusate dai familiari delle vittime e dalle Ong di aver silurato le indagini locali.
Hezbollah filo-iraniano e i suoi alleati, chiedono il licenziamento del giudice istruttore accusandolo di politicizzare le indagini, mentre i politici rifiutano di essere interrogati dal giudice Bitar.
Martedì, Bitar ha emesso un mandato di cattura contro il deputato ed ex ministro delle finanze Ali Hassan Khalil, membro del movimento sciita Amal, alleato di Hezbollah. Ma è stato subito costretto a sospendere le sue indagini dopo nuove denunce presentate da Khalil e da un altro vice ed ex ministro di Amal, Ghazi Zaayter.
Il caso è quasi imploso in una burrascosa riunione del Governo di Nagib Mikati, formatosi a settembre dopo uno stallo politico di quasi un anno, con ministri che hanno riferito a Hezbollah e Amal di voler la sostituzione del giudice.
Oggi però, la Corte di Cassazione ha respinto le nuove denunce, come riferito da una fonte giudiziaria all’AFP, sottolineando che la Corte “non aveva l’autorità per studiare le richieste di revoca” del giudice.
Allo stesso tempo, i sostenitori di Hezbollah e Amal si sono radunati davanti al tribunale per manifestare la decisione e per chiedere la sostituzione del Giudice Bitar, nello stesso luogo dove si radunano regolarmente i parenti delle vittime dell’esplosione per chiedere la conclusione delle indagini.
Da quando ha preso in carico le indagini, Bitar ha convocato l’ex primo ministro Hassan Diab e quattro ex ministri per l’incriminazione. Non sono mai comparsi davanti al giudice, che ha anche emesso un primo mandato di cattura non eseguito nei confronti di un ex ministro dei Trasporti.
Il giudice Bitar ha ripreso il suo lavoro la scorsa settimana dopo una prima sospensione delle indagini. Alcuni temono che incontrerà la stessa sorte del suo predecessore, Fadi Sawan, licenziato a febbraio dopo l’incriminazione di alti funzionari.
Tradotto da Arabnews