Tra quattro mesi esatti, il 22 febbraio, sarà un anno dall’assassinio dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, del carabiniere della sua scorta Vittorio Iacovacci e del loro autista Mustapha Milambo, uccisi in un agguato nella città di Goma. Il padre di Luca, Salvatore, qualche giorno fa ha parlato in conferenza stampa online, denunciando che si è lungi dallo scoprire la verità sulla morte di suo figlio. La vicenda rischia di essere dimenticata. Lo riportano “Il Fatto Quotidiano” e “La Repubblica”.
Il Dottor Attanasio ha ricordato che “Solo pochi decenni fa, per l’uccisione di un ambasciatore sarebbe scoppiata una guerra” e sottolineato che, se non bisogna certo arrivare a questi estremi, “non è dignitoso che l’Italia, paese membro del G7, archivi senza colpo ferire la barbara uccisione di due servitori dello Stato colpiti nello svolgimento del loro dovere.”
Sì, perché due delle tre inchieste aperte, due sono di fatto già chiuse: quella in Congo e quella dell’Onu dopo solo un mese. Le indagini stanno continuando solo in Italia “nonostante le difficoltà dovute alla lontananza fisica e culturale dal Nord Kivu, un ginepraio di illegalità e un coacervo di interessi miliardari contesi da mezzo mondo. In una situazione già complicatissima per le indagini, esiste un ulteriore elemento destabilizzante: il Pam (Wfp nell’acronimo inglese) – responsabile dell’organizzazione del viaggio e della sicurezza del convoglio su cui viaggiavano i nostri connazionali – oppone l’immunità diplomatica alla legittima richiesta della magistratura italiana di interrogare le persone del suo staff coinvolte come testimoni. Eh, sì, perché il Pam è un’agenzia delle Nazioni Unite e i suoi dipendenti godono di immunità diplomatica…”
Pertanto il padre di Luca Attanasio ritiene che lo Stato italiano abbia il “dovere assoluto” di fare pressione sull’Onu, perché i suoi funzionari coinvolti “possano e debbano essere ascoltati dai nostri giudici e collaborino a far piena luce sui fatti.”
“È in gioco la dignità del nostro Paese – prosegue il Dott. Attanasio – E anche di tutti noi, cittadini italiani ma anche consumatori comodamente ignari che dietro i drammi che scuotono da decenni la lontana regione del Kivu si celano interessi multimilionari per lo sfruttamento delle materie prime indispensabili a garantirci l’accesso alle nuove tecnologie.
Siamo tutti responsabili, in prima persona, del dramma congolese e (forse) dell’uccisione di Luca, Vittorio e Mustapha. Solo comprendere i moventi dell’agguato potrà dircelo. Ma per giungere ai moventi, serve individuare i responsabili. Lo Stato italiano non lasci soli gli inquirenti. Noi, cittadini, facciamo sentire il nostro sostegno e la nostra richiesta collettiva di verità e giustizia.”
Intanto, per far luce sulla vicenda, è stato pubblicato un libro (“il primo e unico” in merito): “L’ omicidio Attanasio: Morte di un ambasciatore”(Castelvecchi editore, 128 pagine, 15 euro), del giornalista Matteo Giusti firma di “Limes”. La prefazione è del premio Nobel per la Pace Denis Mukwege, congolese.
Intervistato dal Sir (Servizio Informazione Religiosa), che di recente ha intervistato anche la moglie di Luca Attanasio, Zakia Seddiki, Giusti ha spiegato che, dato che si occupa di anni di Africa, è stato contattato da diverse testate che erano alla ricerca di qualcuno che potesse spiegare loro quale fosse il contesto in cui era maturata la tragedia”. “Da quel momento non mi sono più fermato”, ha detto. Ecco la sua intervista: Luca Attanasio: a quasi un anno dalla morte, un libro per non dimenticare il sacrificio dell’ambasciatore.
In memoria di Luca Attanasio, la cui famiglia vive in Brianza, si è deciso di intitolare all’ambasciatore la nuova palestra del liceo che lui ha frequentato: il “Majorana” di Desio. L’iniziativa è stata votata all’unanimità martedì 19 ottobre dal Consiglio provinciale, spiega “Il Cittadino di Monza e Brianza”. La cerimonia si terrà domani, sabato 23 ottobre, quando la palestra sarà inaugurata.
Attanasio inoltre sarà insignito alla memoria della medaglia “Beato Luigi Talamoni”, patrono della Brianza come proposto dal Comune di Limbiate. “Anche quest’anno abbiamo voluto dare al nostro Premio Talamoni un taglio diverso, portando la nostra tradizionale cerimonia in un luogo insolito come una palestra – spiega il presidente della Provincia MB nonché sindaco di Meda, Luca Santambrogio – Mesi fa, la notizia della morte dell’Ambasciatore Luca Attanasio ci ha colpito davvero nel profondo e come Provincia abbiamo voluto esprimere la volontà di fare qualcosa di concreto per dare continuità al suo forte legame con il territorio: da li l’idea di portare la sua memoria in mezzo ai giovani, nella scuola che ha frequentato intitolando a Lui la palestra che abbiamo realizzato. Pensiamo che celebrare nello stesso luogo anche le benemerenze provinciali sia un modo davvero per coinvolgere i giovani portando nella loro quotidianità esempi di vita e storie belle di persone ed associazioni che operano per il bene di questa terra”.
Alessandra Boga