Dopo l’ok del parlamento arrivato questo venerdì, per procedere alla messa in opera manca solo l’approvazione del presidente Andrzej Duda, che del governo guidato da Mateusz Morawiecki è comunque un alleato e che aveva già messo in chiaro la sua intenzione di dare il via libera all’operazione dopo l’eventuale approvazione parlamentare.
La barriera un’opera di cui si parla già da tempo e che il governo intende costruire in tempi celeri – costerà tra i 350 e i 400 milioni di euro, e coprirà un centinaio di km di confine: servirà a fermare il crescente flusso di migranti, provenienti perlopiù da Siria e Iraq, che transitano dalla Bielorussia per poter chiedere asilo in Unione europea.
Un transito che, secondo Varsavia e Bruxelles, sarebbe incoraggiato dal presidente bielorusso Aljaksandr Lukašėnka, che in questo modo intenderebbe destabilizzare l’intero blocco come forma di ritorsione per le sanzioni occidentali.
A pagare il prezzo più alto sono proprio i migranti: di recente, alcuni di loro sono morti per sfinimento vicino al confine polacco, che corre per oltre 400 chilometri attraverso la foresta, le paludi e lungo il fiume Bug.
La Polonia ha costruito una recinzione di filo spinato al confine e ha inviato migliaia di guardie di frontiera, truppe e polizia, ma le misure non sono riuscite a fermare il transito. Le guardie di frontiera hanno anche spinto i migranti indietro attraverso il confine, comprese alcune famiglie con bambini, in conformità con quanto stabilito da una nuova legge polacca.
La Polonia è anche in trattative con l’agenzia di frontiera dell’Unione europea Frontex per quanto riguarda i piani per riportare i migranti nei loro paesi d’origine.
I migranti che entrano in qualsiasi paese dell’UE possono chiedere asilo o protezione internazionale, ma nella maggior parte dei casi le richieste vengono negate.