Il “Corriere della Sera” ci racconta la storia di Afaf Al – Najjar. E’ una ragazza di 19 anni, di Gaza e studia letteratura inglese. E’ appassionata di Shakespeare e sopratutto della tragedia di “Macbeth”.
Si è presentata al valico di Rafah con i bagagli, il lasciapassare e una lettera per spiegare di essere stata accettata all’università in Turchia per studiare alla Facoltà di Media e Comunicazione, ma non le hanno consentito di andare, perché macava una cosa importantissima sotto il regime di Hamas, in base ad una sentenza emessa dalla Corte Islamica lo scorso febbraio: il permesso del padre (o comunque di un maschio di casa).
L’uomo, infatti, l’aveva negata alla figlia. Per farlo, a fine di settembre si era addirittura rivolto ai giudici religiosi, che gli hanno dato ragione e Afaf (che su Facebook ha rivendicato di essere “figlia di sua madre”) gli ha fatto causa.
La ragazza ha raccontato Human Rights Watch il genitore non si è presentato alla prima udienza. Ovviamente i due non vivono sotto lo stesso tetto e lui non le parla da mesi, ha proseguito.
Il giudice ha tentato di convincere la giovane a restare a Gaza e a continuare gli studi lì, ma lei non sogna altro che di andarsene. Giorni fa avrebbe dovuto esserci un’altra udienza, ma è stata rinviata, quindi anche per questo niente da fare, almeno per il momento.
Tuttavia Afaf continua determinata la sua battaglia: l’ha anche detto.”Continuerò fino a quando riceverò il permesso, non voglio che un’altra subisca lo stesso trattamento”, ha dichiarato. “Questa norma viola i diritti delle donne palestinesi — sottolinea dall’ong — ed è contraria alle leggi dell’Anp”. Tuttavia quest’ultima dal 2007 governa solo la Cisgiordania, dopo il golpe di Hamas. Poi ci sono le ragioni di sicurezza israeliane ed egiziane, che però si ripercuotono sulla libertà di movimento dei milioni di abitanti della Striscia.
Dopo le riaperture dei primi di febbraio e a metà maggio, il confine con l’Egitto, che era chiuso dall’ottobre del 2014, è stato richiuso di nuovo ad agosto. Il provvedimento è stato ricondotto ai nuovi scontri tra Hamas e Israele. Comunque anche durante quell’ennesimo conflitto, durato undici giorni, il valico era rimasto aperto per far passare gli aiuti umanitari e i feriti. Insomma, oltre alla situazione politica, c’è un problema in più per ragazze e donne di Gaza.