Il Premio Nobel per la Letteratura 2006 Orhan Pamuk è nuovamente indagato in Turchia. Questa volta per il suo ultimo libro “Veba Geceleri” (“Le notti della peste”), dove avrebbe insultato Mustafa Kemal “Ataturk“, il “padre dei Turchi”. Ricordiamo che egli (di cui dopodomani, mercoledì 10 novembre, ricorre l’83° anniversario della scomparsa) è il fondatore e primo presidente della Repubblica turca (il cui 98° anniversario è stato celebrato venerdì 29 ottobre). E’ considerato il padre della Turchia moderna ed eroe nazionale: è inattaccabile e criticarlo (per quanto sia ancora amatissimo dalla popolazione) è un reato.
L’indagine contro Pamuk è in corso a Smirne. E’ partita dalla denuncia di un avvocato locale, Tarcan Uluk. Il noto scrittore e saggista si è difeso davanti al giudice, affermando di non aver scritto “nulla che abbia a che fare con Ataturk” e ha quindi respinto categoricamente le accuse. Lo riferiscono diversi media turchi.
Contro il Premino Nobel è stato tirato in ballo un suo accenno al genocidio armeno, costato la vita ad un milione di persone, e a quello curdo, in cui ne sono morte 30mila, durante la Prima Guerra Mondiale. L’intellettuale ne avrebbe parlato (riconoscendo i fatti) in un’intervista ad una rivista svizzera nel 2005 e che fosse andato a processo, aveva suscitato indignazione internazionale per la mancata libertà d’espressione in Turchia (da qui la sospensione del procedimento, “perché il fatto non costituisce reato” secondo “il nuovo codice penale”).
Il nuovo libro di Pamuk conterrebbe frasi di “vilipendio alla nazione turca” (il nazionalismo è ancora molto forte nel Paese e si tende a vederlo come antidoto all’estremismo di Recep Tayyip Erdogan) ed incitano all’inimicizia tra i popoli. Per vilipendio si rischiano fino a cinque anni di carcere. La comunità internazionale si farà sentire?
La vicenda dell’autore, emersa oggi, ha fatto notizia anche perché riguarda uno dei più grandi romanzieri turchi contemporanei. E’ anzi il più letto per eccellenza con oltre 13 milioni di copie vendute. I suoi libri sono tradotti in più di 60 lingue, italiano incluso. E’ stato molto discusso il suo romanzo “Kar” (“Neve”), del 2002. E’ uscito in Italia nel 2004, edito da Einaudi.
Parla dello scontro tra integralismo islamico e attrazione per l’Occidente nell’attuale Turchia. E’ il primo libro politico di Pamuk ed è stato inserito dal “New York Times” tra i 10 migliori romanzi del 2004.