COP28: la 26° edizione della Conferenza tra le Parti dell’UNFCCC a Glasgow si è chiusa solo l’altro ieri, sabato 13 novembre. Tuttavia già si parla della 27° e della 28°. Si terranno rispettivamente in Egitto e negli Emirati Arabi Uniti.
L’annuncio è arrivato dalla stessa Convenzione quadro delle Nazioni Uniti sui cambiamenti climatici. La notizia è stata poi confermata dopo l’approvazione all’unanimità del Gruppo di nazioni Asia Pacifico, che ha riunito a discutere nella città scozzese quasi 200 paesi.
“Siamo lieti e onorati della decisione dell’UNFCCC di selezionare gli Emirati Arabi Uniti per ospitare la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 2023 e impegnarci a sostenere l’intera comunità internazionale nell’accelerare sforzi congiunti per superare la minaccia molto reale del cambiamento climatico. La COP28 nel 2023 sarà e dovrà essere una ‘COP delle soluzioni’.” Lo ha detto lo sceicco Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale degli Emirati. E’ il fratellastro dell’attuale presidente Khalifa. Entrambi sono figli del padre fondatore del paese e governatore di Abu Dhabi, Zayed, scomparso nel 2004.
“L’iniziativa strategica UAE Net Zero entro il 2050 annunciata all’inizio di quest’anno – ha proseguito Abdullah bin Zayed Al Nahyan – mostra il nostro incrollabile impegno nell’azione per il clima e attraverso nuovi investimenti e partnership siamo determinati a sostenere altri Paesi nell’affrontare il cambiamento climatico. Non vediamo l’ora di accogliere il mondo alla COP28“.
E’ intervenuto anche Sultan Ahmed Al Jaber, ministro dell’industria e della tecnologia avanzata degli Emirati, che è anche inviato speciale per i cambiamenti climatici. Ha dichiarato che l’incontro “misurerà fino a che punto siamo arrivati, e fino a che punto dobbiamo ancora andare per adempiere all’accordo di Parigi. Il nostro principio guida per la COP 28 sarà l’inclusività. Vogliamo riflettere le opinioni e invitare il contributo dei paesi sviluppati e in via di sviluppo, del settore pubblico e privato, del mondo accademico e della società civile. Tutti avranno un posto al tavolo. I paesi sviluppati accanto alla nazione in via di sviluppo, il pubblico al fianco del settore privato, gli scienziati al fianco della società civile e anche. le voci dei giovani. È insieme che ce la faremo”.
L’Agi, da cui abbiamo appreso la notizia, ricorda che gli Emirati sono stati il primo Stato mediorientale a ratificare l’Accordo di Parigi siglato il 12 dicembre 2015. Inoltre è stato il primo ad assumersi l’impegno di ridurre le proprie emisioni di CO2.
Va sottolineato che durante la COP26 gli Emirati hanno lanciato l’Agriculture Innovation Mission for Climate (AIM for Climate) con gli USA ed altri 30 Stati. Hanno annunciato lo stanziamento di altri 4 miliardi di dollari per contribuire maggiormente all’innovazione per l’agricoltura ed i sistemi alimentari sostenibili nei prossimi 5 anni. Gli Emirati si sono detti disponibili a devolvere 1 miliardo di dollari.
In gioco ci sono la creazione di lavoro in un settore in cui sono già impiegate più di 2 miliardi di persone e sfama una popolazione globale che sta aumentando.