Germania: accordo di governo tra socialdemocratici, verdi e liberali

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Olaf Scholz C, Norbert-Walter Borjans und Saskia Esken und Lars Klingbeil SPD, Robert Habeck und Annalena Baerbock und Michael Keller Gruene und Christian Lindner und Volker Wissing kommen fuer ein Familienfoto vor der Vorstellung des Koalitionsvertrags in Berlin am 24. November 2021 vor. SPD, FDP und Gruenen stellen Koalitionsvertrag in Berlin vor *** Olaf Scholz C , Norbert Walter Borjans and Saskia Esken and Lars Klingbeil SPD , Robert Habeck and Annalena Baerbock and Michael Keller Greens and Christian Lindner and Volker Wissing arrive for a family photo before the presentation of the coalition agreement in Berlin on 24 November 2021 SPD, FDP and Greens present coalition agreement in BerlinNo Use Switzerland. No Use Germany. No Use Japan. No Use Austria

Germania – Annunciato l’accordo di governo tra socialdemocratici, verdi e liberali. Il primo esecutivo dell’era post-Merkel nasce nel pieno dell’emergenza Covid. 

Ci sono voluti circa due mesi ma alla fine l’accordo è arrivato: Socialdemocratici, Verdi e Liberali della Fdp – la cosiddetta coalizione ‘semaforo’ per i rispettivi colori di partito rosso, verde e giallo – hanno annunciato l’accordo per la formazione del nuovo governo tedesco. I tre partiti, entrati in trattativa dopo il voto del 26 settembre vinto di misura dall’Spd ma soprattutto perso dal blocco di centrodestra Cdu/Csu, hanno presentato il contratto di coalizione nel corso di una conferenza stampa oggi a Berlino. L’intesa dovrà ora passare al vaglio dei membri dei tre partiti. Se, come previsto, otterrà il via libera, l’esecutivo vedrà Olaf Scholz, attuale ministro delle finanze, succedere ad Angela Merkel nelle vesti di cancelliere, la seconda metà di dicembre.

Di fatto il nuovo governo irrompe sulla scena politica tedesca relegando al passato la ‘GroKo’ la grande coalizione fra Cdu e Socialdemocratici, che ha retto le sorti del paese nel corso della lunga era Merkel. Non ancora al suo esordio però, il governo Scholz si troverà a gestire un’emergenza ancora in corso: quella relativa alla quarta ondata di Covid-19 che sta travolgendo il paese e l’intera Europa.

Giro di poltrone?

Pur nel massimo riserbo da parte dei negoziatori impegnati nelle trattative sulla ripartizione degli incarichi ministeriali il ‘toto-ministri’ impazza sui media: Annalena Baerbock, capofila dei Verdi, dovrebbe andare al ministero degli Esteri. E al partito dei Grüne andrebbe anche un super dicastero ‘Ambiente+Energia’, affidato al co-presidente Robert Habeck. La partita delle Finanze invece è stata vinta dai Liberali dell’Fdp. Un incarico cruciale – e come tale al centro dei dibattiti di queste settimane – affidato a Christian Lindner convinto sostenitore di una politica di rigore fiscale e del ritorno alla parità di bilancio, in Germania come in Unione Europea, una volta finita l’emergenza pandemica. Il ministero dell’Economia andrebbe invece all’attuale responsabile dell’Ambiente, la socialdemocratica Svenja Schultze, mentre è il nome di un’altra donna della Spd, la ministra della Giustizia uscente Christine Lambrecht, che circola per il delicatissimo dicastero degli Interni, che include il portafoglio per l’immigrazione. La Fdp otterrebbe invece i ministeri di Difesa, Giustizia e Salute. Bisognerà aspettare però per sapere se il cancelliere manterrà la promessa fatta in campagna elettorale di avere nella sua squadra un numero uguale di donne e uomini.

Un contratto in cerca di equilibrio?

Più che alle nomine però, la tenuta del nuovo governo sembra legata alla capacità di Scholz di appianare le differenze, ideologiche e di programma, dei tre partiti del ‘semaforo’. Per ora, Spd, Fdp e Verdi hanno concordato di non introdurre nuove tasse e di non aumentare l’imposta sul reddito, sulle società e l’Iva; il salario minimo, poi, dovrà essere aumentato dagli attuali 9,50 a 12 euro l’ora, e sarà introdotto il voto ai sedicenni. Ma il trio rischia di arenarsi soprattutto su energia, transizione ecologica e parità di bilancio: i Verdi spingono per un ampio programma di investimenti contro il cambiamento climatico e per rafforzare le infrastrutture tedesche. Tra le priorità di questo governo – ha annunciato Scholz in conferenza stampa – “ci sarà l’eliminazione del carbone possibilmente entro il 2030”. Ma non è chiaro con quali soldi, dato che l’Fdp, che pure ha votato favorevolmente al progetto europeo Next Generation EU, ha escluso aumenti delle tasse e nuovo indebitamento. Insomma, se da un lato il prossimo cancelliere ha incluso nell’esecutivo, per tenerli più legati a sé, tutti i leader dei partiti che formano la coalizione dall’altro dovrà dimostrare notevoli capacità di mediazione e leadership per tenere insieme una squadra in equilibrio tra due poli molto distanti.

Incognita quarta ondata?

Il nuovo esecutivo non è ancora stato approvato e già si trova a confrontarsi con la prima sfida di governo: la Germania stenta a controllare la quarta ondata della pandemia e lo stallo politico non aiuta. Come ha detto nei giorni scorsi il ministro della Salute Jens Spahn, “entro la fine dell’inverno quasi tutti i tedeschi saranno vaccinati, guariti o morti”. E dopo che anche il dipartimento di stato americano ha invitato i propri cittadini a non recarsi in Germania, bisogna imprimere velocemente una svolta. Le misure anti-Covid attualmente in vigore in Germania non sono sufficienti contro la contagiosissima variante Delta e il servizio sanitario è ormai sotto pressione. Il governo di Angela Merkel, ormai quasi fuori dalla porta, non vuole prendere decisioni troppo vincolanti e quello entrante non può ancora prenderle. Eppure, secondo molti esperti, Berlino dovrebbe decidere per delle restrizioni come quelle prese in Austria, che è in lockdown, e nei Paesi Bassi. Per ora Scholz si è limitato ad annunciare la creazione di un’unità di crisi anti-Covid. Segno che il prossimo governo si insedierà sotto il segno dell’emergenza.

Il commento

Di Antonio Villafranca, Direttore della ricerca ISPI

“Non sono stati necessari i 6 mesi della scorsa volta per trovare la quadra sul nuovo programma di governo tedesco. L’emergenza Covid imponeva ai tre partiti della coalizione di fare in fretta. Visto dall’Italia, non è detto che con i Liberali alle Finanze il riavvicinamento ai ‘frugali’ sia dietro l’angolo. Nel programma di governo a guida socialista gli investimenti sono in cima all’agenda. Con i Verdi agli Esteri (e all’Ambiente) le posizioni verso Russia e Cina potrebbero essere meno morbide, ma comunque nel segno della continuità”.

ISPI

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