Afghanistan: Boris Johnson travolto dalle polemiche per com’è avvenuto il ritiro britannico. Il primo ministro inglese e il suo esecutivo sono stati accusati da un ex alto funzionario del Foreign Office, Raphael Marshall. Questi ha definito lo stesso ritiro dell’esercito di Sua Maestà da Kabul “caotico” e “totalmente disorganizzato”.
Johnson, però, ha respinto l’accusa. Si è anzi complimentato con i diplomatici britannici, ritenendo il loro “lavoro assolutamente eccezionale”. Ciò nondimeno ha riconosciuto che “a volte le decisioni richiedono più tempo di quanto vorremmo”.
Ha proseguito dicendo che “è stata comunque una cosa sorprendente trasportare in aereo 15.000 persone da Kabul in circostanze tanto difficili” e ha definito “senza alcun senso” l’essere sospettato da Marshall di “essere intervenuto personalmente per dare priorità all’evacuazione degli animali, in particolare i cani. In merito – riporta l’ANSA – si è anche parlato di presunte pressioni fatte dalla moglie del premier, Carrie Johnson, smentite da Downing Street. Sotto accusa è finito anche l’attuale vicepremier, Dominic Raab, che al tempo della presa di potere dei talebani era ministro degli Esteri, con la responsabilità quindi di coordinare da parte britannica l’evacuazione da Kabul”. Il leader laburista Keir Starmer ha affermato che Raab “avrebbe dovuto dimettersi in quel momento, sarebbe stata la cosa più decente e onorevole da fare”.