Bolivia: Carolina Ribera, figlia della ex presidente ad interim Jeanine Añez, attualmente detenuta, ha chiesto aiuto all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet, perché si rivolga al presidente boliviano Luis Arce e al suo governo, che ha sede nella metropoli di La Paz. La giovane ritiene che la madre sia soggetta ad una “tortura” e chiaramente chiede il suo rilascio. “Per la salute e la vita di mia madre e a causa dell’ingiustizia della sua lunga carcerazione preventiva – ha scritto Carolina in una lettera alla Bachelet – le chiedo, la prego (…) di intercedere presso il governo boliviano al fine di garantire per lei possibilità di cura e una vita sana e libera da torture fisiche e psicologiche”.
La figlia della politica spiega inoltre che quest’ultima “è isolata senza poter usufruire dell’assistenza necessaria alla sua delicata salute, considerando che questa condizione è aggravata dall’ingiusta reclusione di 282 giorni, e da una costante aggressione psicologica finalizzata a demolirla emotivamente”.
La Añez, 54 anni, ha avuto una crisi di ipertensione e ha tentato il suicidio. L’altro ieri, lunedì 20 dicembre, il tribunale ha respinto ancora la richiesta della libertà provvisoria. I giudici sostengono infatti che ci sia “rischio di fuga” e di “ostruzione” del procedimento penale.
La figlia dell’ex presidente interim vorrebbe che la Bachelet conoscesse “direttamente le condizioni in cui si trova” sua madre, proprio per attivarsi. Le accuse nei confronti di colei che, dopo essere stata avvocata e conduttrice televisiva, ha ricoperto il ruolo di capo di Stato temporaneo della Bolivia dal 12 novembre 2019 (dopo le dimissioni di Evo Morales, andato in esilio) fino all’8 novembre del 2020, sono pesantissime. Il 13 marzo 2020 è stata arrestata non solo perché avrebbe forzatamente assunto l’alta carica politica, ma anche perché durante il suo mandato una serie di manifestazioni sono state soffocante nel sangue. Sono stati uccisi almeno 36 dimostranti.