India: siamo a pochi giorni dal Natale ed è arrivata la notizia che in una chiesa cattolica, dedicata a San Giuseppe, nella cittadina di Chikkaballapur, situata nello Stato sud-occidentale del Karnataka, sono entrati dei vandali e hanno distrutto una statua. Era quella di Sant’Antonio.
Lo ha comunicato un uomo che ha presentato denuncia. Ha detto di aver trovato sull’altare delle pietre e dei rifiuti. Significativo che poche ore prima dell’ irruzione dei malviventi in chiesa, l’assemblea legislativa avesse discusso un disegno di legge contro il fenomeno delle conversioni forzate.
La norma che deve essere approvata, denominata “Karnataka Right to Freedom of Religion Bill 2021” (“Diritto alla Libertà di Religione 2021”), condanna a fino a dieci anni coloro che convertono forzatamente minori, donne, chi appartiene a comunità tribali, alle caste (perché notoriamente c’è ancora questa divisione sociale in India) protette o che sono state segnalate alle autorità.
Il Partito Popolare Indiano (BJP), di cui fa parte il presidente Narendra Modi, ritiene che questa legge farà aumentare il consenso nei suoi confronti per le elezioni che ci saranno nel 2023.
Nella giornata di ieri, mercoledì 22 dicembre, a Bangalore, capitale del Karnataka, si è tenuta un’imponente manifestazione. Hanno partecipato ben quaranta associazioni politiche e dei diritti umani. Protestavano contro frequenti episodi (ben 39 dall’inizio del 2021) di intolleranza contro i cristiani.
Sono documentati da un dossier intitolato “Criminalizing the Practice of Faith” (Criminalizzando la pratica della fede). Denuncia che polizia e politici hanno sostenuto le organizzazioni di estrema destra indù che stanno dietro alle violenze.