India: ancora cristiani perseguitati in questo periodo di Festa. “Il Corriere della Sera” informa che molti, tra cui un prete e un pastore protestante, sono stati arrestati. I due religiosi, che vivono in un villaggio dello Stato Madhya Pradesh, uno dei più poveri e culturalmente arretrati del Paese, sono finiti in carcere l’altroieri sera, a Santo Stefano.
Sono Padre Jam Singh Dindore e Reverendo Ansingh Ninama e sono accusati di aver cercato di convertire le popolazioni tribali. Come? Fornendo istruzione nelle scuole e cure gratis negli ospedali dei missionari.
Gli estremisti indù sono entrati a forza nelle chiese; hanno assaltato scuole; distrutto e bruciato statue ed immagini sacre; aggredito e minacciato sacerdoti. Il pretesto sarebbe che i cristiani tentano di convertire in particolare durante le loro ricorrenze religiose.
Abbiamo avuto modo di parlare su questo sito di una legge contro le “conversioni forzate” (anche attraverso i matrimoni). E’ già applicata di sette Stati dell’India, ma non è necessariamente positiva.
Persino figure simbolo come le Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta sono in qualche modo in pericolo. Il governo del presidente nazionalista Narendra Modi ha bloccato i loro conti bancari.
Il giorno di Natale New Delhi non ha voluto rinnovare alle suore il permesso di ottenere donazioni estere utili per esempio per gestire orfanotrofi e case di cura per anziani. Naturalmente l’indignazione è grande, per quello che qualcuno ha definito “un crudele regalo di Natale”.
Il governo ha fornito vaghe giustificazioni per la sua decisione. Recentemente, il 12 dicembre, le consorelle di Madre Teresa sono finite nel mirino delle autorità, perché avrebbero cercato di convertire le persone che assistono nello Stato del Gurjat, dove vige la già citata legge contro le “conversioni forzate” (compiute spesso da integralisti islamici).
La comunità cristiana indiana è una delle più antiche presenti in Asia. Tuttavia sono un’infima minoranza: quasi 30 milioni, pari al 2% della popolazione, che ovviamente è perlopiù indù. Inoltre il 60% dei cristiani fanno parte dei tristemente noti “dalit”, fuori casta e intoccabili.
Sono più minacciati nell’India centrale e del Sud, guardacaso dominata dal Partito Popolare (Bjp) di Narendra Modi. Va meglio nello Stato del Karnataka, dove la legge contro le “conversioni forzate” è in vigore relativamente da poco. Giorni fa è avvenuto un atto di violenza contro i cristiani e quest’anno è il quarantesimo.