Vienna – In vista del possibile fallimento dei negoziati di Vienna, nelle ultime settimane un certo numero di diplomatici europei avrebbero ricevuto istruzioni per prepararsi alla re-imposizione delle sanzioni contro l’Iran e quindi della riattivazione del cosiddetto “meccanismo di innesco”, ovvero il meccanismo di massima pressione che è stato imposto negli ultimi anni a Teheran, per il mancato rispetto dei termini dell’accordo nucleare soprattutto dall’anno 2018.
Secondo un alto funzionario degli Stati Uniti, ormai l’Iran ha settimane e non mesi per raggiungere un accordo o ridurre le sue attività nucleari al fine di evitare la possibilità di un’escalation di misure coercitive, da sanzioni aggiuntive alla minaccia di un’azione militare.
L’amministrazione americana guidata da Joe Biden, ha confermato, di recente e più di una volta, l’intenzione di stringere il cappio economico sull’Iran se i colloqui, ripresi il 27 dicembre, non riusciranno a riportare l’Iran al pieno rispetto dell’accordo.
L’ottavo round, lanciato due giorni fa a Vienna, dovrebbe essere l’ultimo e potrebbe durare diverse settimane ma il tempo sta per scadere.
Mentre le autorità iraniane si sono progressivamente ritirate dall’attuazione della maggior parte degli obblighi fondamentali previsti dal suddetto accordo, l’amministrazione Biden ha espresso la volontà di tornare all’accordo, a condizione che vi ritorni anche l’Iran.