Russia – Ucraina: la guerra preoccupa anche il Medioriente e i patriarchi hanno espresso la loro condanna. A cominciare dal patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa (foto), il quale ad “Asia News” ha dichiarato che si tratta di “una sconfitta per tutti coloro i quali credono nella possibilità di superare le differenze in maniera diversa”. Pizzaballa ha aggiunto di essere preoccupato per il ruolo che la Russia ricopre per il Mediterraneo e il Medioriente; sta attuando una “prova di forza che “potrebbe avere ripercussioni sulla nostra regione”, ha detto.
Da Firenze, dove ha partecipato al convegno “Mediterraneo frontiera di pace”, che si è tenuto dal 23 al 27 febbraio, l’alto prelato ha parlato anche del “conflitto” tra Chiesa russa ed ucraina (perché c’è anche questo, sebbene ci siano stati esponenti religiosi russi che si sono detti contro la guerra). “Queste divisioni – ha sottolineato Pizzaballa – sono conseguenti, perché le contrapposizioni fra Chiese accompagnano le divisioni politiche e sono diventate strumentali alle visioni politiche”; questo “purtroppo bisogna riconoscerlo”.
Il patriarca di Gerusalemme si augura comunque che tale situazione non si estenda “al mondo ortodosso”: sarebbe un “problema di tutte le comunità cristiane”.
Un problema di cui ha parlato anche Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghadad. Esprimendo la propria solidarietà alla gente comune coinvolta in questa guerra, non ha potuto non fare riferimento a quella che ha coinvolto l’Iraq. “Anche noi abbiamo sofferto in questi anni per la guerra. Sono colpito dal messaggio diffuso da Moqtada al-Sadr, che (persino lui, ndr) si chiede come mai due Paesi cristiani si stiano facendo la guerra fra loro”. E’ necessario, ha proseguito Sako, evitare di perseguire “l’interesse personale, le guerre non solo la soluzione. Al contrario, va cercata una soluzione e il modo per dialogare e allentare le tensioni”.
Come Pazzaballa, anche il patriarca di Baghad teme ripercussioni del conflitto Russia – Ucraina sul Medioriente; un conflitto che potrebbe sfociare “in una terza guerra mondiale, ma tutti noi speriamo tutti di no”.
Preoccupazione è stata espressa anche dal patriarca armeno cattolico Raphaël Bedros XXI Minassian. Ha pensato ai civili, che ovviamente “stanno pagando il prezzo più alto”. A suo parere “ci sono forze esterne” che usano l’Ucraina “per creare confusione” ed cuore del conflitto in realtà è “tutto quello che ruota attorno” a Kiev. Ha infine paragonato la situazione a quella del Libano, dicendo che è stato “il punto del“conflitto di altri Paesi, ma chi ha pagato il prezzo delle violenze anche in questo caso è” stato il popolo.