Francia in sciopero per la riforma delle pensioni
Dopo la manifestazione del 19 gennaio con due milioni di persone in piazza, attesa un’altra giornata di mobilitazione per indurre il governo a ritirare il testo di legge che prevede l’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni e il periodo contributivo a 43 anni.
La Francia vivrà oggi un’altra giornata di scioperi e proteste a livello nazionale contro il progetto di riforma delle pensioni, una mobilitazione che dovrebbe essere imponente quanto quella del 19 gennaio (se non di più) e vedrà uno schieramento di forze di polizia potenziato. Ci saranno fino a 11mila agenti in campo in tutto il Paese, 4mila dei quali a Parigi: monitoreranno la protesta affinché si svolga pacificamente, perché il governo teme che piccoli gruppi di radicali violenti possano causare disordini.
Le adesioni alla protesta del 19 gennaio, su invito degli otto principali sindacati, sono state massicce: secondo i sindacati, più di due milioni di manifestanti sono scesi in strada in tutta la Francia (1,1 milioni secondo il governo). Oggi si replica e i sindacati contano di raccogliere una partecipazione simile se non maggiorata nelle 240 marce convocate sul territorio nazionale.
Nei trasporti, in media circolerà solo un terzo dei treni ad alta velocità (TGV). Sulle linee ferroviarie internazionali ci sarà un traffico quasi normale sull’Eurostars verso Londra e sul Thalys verso Belgio, Paesi Bassi e Germania, ma i due treni in ciascuna direzione del corridoio Parigi-Barcellona sono stati soppressi. Sarà anche molto difficile viaggiare con i mezzi pubblici nell’area metropolitana parigina poiché, a seconda delle linee, sono stati aboliti tra i due terzi e il 90% dei treni pendolari. La metro funzionerà solo a metà mentre gli autobus ne risentiranno meno. Gli scioperi dei controllori del traffico aereo hanno imposto la cancellazione del 20% dei voli da o per l’aeroporto di Orly a Parigi. Nel caso di Air France, ciò comporterà la soppressione del 10% dei suoi voli giornalieri; e dovrebbero essere garantiti tutti i voli a lungo raggio (intercontinentali).
I sindacati intendono costringere il governo francese a ritirare la riforma, che prevede di ritardare l’età minima di pensionamento da 62 a 64 anni e anticipare al 2027 l’estensione a 43 anni (attualmente 42) del periodo contributivo necessario per riscuotere una pensione completa.
Sanno di avere l’opinione pubblica dalla loro parte, dal momento che tutti i sondaggi di opinione mostrano un’ampia maggioranza di contrari al progetto (61% secondo un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano economico Les Echos). Si tratta di un rifiuto che non è diminuito da quando il Governo ha presentato il suo progetto, il 10 gennaio, nonostante il moltiplicarsi delle presenze di esponenti del Governo sui media per insistere sulla necessità di una riforma che garantisca la solidità del sistema pensionistico a medio e lungo termine. A favore dell’esecutivo, c’è il fatto che la maggioranza dei francesi non ha intenzione di mobilitarsi per impedire la riforma (73% secondo un sondaggio della scorsa settimana). Nonostante le pressioni, il governo non cede.
Ancora ieri il presidente Emmanuel Macron ha sottolineato che la riforma è “essenziale rispetto all’Europa” e per “salvare il sistema”. E il presidente del Consiglio, Élisabeth Borne, ha chiarito domenica scorsa in un’intervista che le misure chiave della riforma (il rinvio a 64 anni dell’età minima pensionabile e l’aumento a 43 anni del periodo di contribuzione avere la pensione completa) sono qualcosa che “non è negoziabile”.
Il testo ha appena cominciato il cammino parlamentare lunedì in commissione all’Assemblea nazionale, dove si oppongono i partiti di sinistra e quelli di estrema destra, anche se il blocco di governo spera di ricevere il sostegno necessario dai conservatori per portarlo avanti. Intanto alle 18:00 è prevista una riunione dei vertici intersindacali per decidere come proseguire la protesta e probabilmente annunciare almeno un nuovo giorno di mobilitazione.
Agi