Renata Bueno e le sfide democratiche in Venezuela: richieste di trasparenza e intervento internazionale

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Renata Bueno e le sfide democratiche in Venezuela: richieste di trasparenza e intervento internazionale –  Dopo le recenti elezioni presidenziali in Venezuela, Nicolás Maduro è stato ufficialmente confermato per un nuovo mandato con il 51% dei voti, contro il 44% del suo principale rivale, Edmundo González Urrutia. Tuttavia, l’annuncio è avvenuto quando era ancora in sospeso il 20% del conteggio. I risultati ufficiali sono stati subito contestati dall’opposizione e dalla comunità internazionale. Marina Corina Machado, leader dell’opposizione, ha denunciato irregolarità e richiesto un riconteggio manuale, sostenendo che il suo candidato avrebbe ottenuto un vantaggio significativo. Il governo di Maduro ha attribuito il ritardo a un presunto attacco informatico, accusando l’opposizione. Le elezioni hanno scatenato proteste in tutto il paese, con scontri tra manifestanti e forze di sicurezza che hanno portato a numerosi arresti e a due vittime confermate. Le autorità hanno segnalato anche attacchi a statue di Hugo Chávez e disordini all’aeroporto di Maiquetía. La situazione resta tesa e in continua evoluzione.

Renata Bueno, ex-deputata del Parlamento italiano e referente per il Sud America, ha seguito da sempre con attenzione la situazione in Venezuela, dedicandosi al sostegno della comunità italo-venezuelana. Si è recata in missione nel paese sudamericano in diverse occasioni, incontrando autorità locali e rappresentanti della comunità italiana. Dopo i recenti sconvolgimenti legati alla rielezione di Maduro, ha espresso dubbi sul regolare svolgimento delle elezioni, chiedendo risultati verificabili e accesso agli atti. In particolare, non ha ritenuto che le elezioni siano avvenute all’insegna della sicurezza e trasparenza, in ragione sopratutto della tipologia di potere instaurata da Maduro.

L’ex parlamentare italo-brasiliana ha inoltre dichiarato di recente che la democrazia non può prosperare in un contesto di sospetti e accuse di irregolarità, ritenendo indispensabile un intervento della comunità internazionale per garantire che i processi elettorali siano liberi, equi e trasparenti, in grado di rispettare la volontà del popolo venezuelano. Bueno ha infine rimarcato l’esigenza di compiere un’indagine approfondita, finalizzata a ripristinare la fiducia nel sistema democratico del paese sudamericano e a sostenere il diritto del popolo di determinare il proprio futuro in maniera libera. Si ricorda che già nel 2014, Bueno aveva visitato il Venezuela. Nel corso di quella missione aveva incontrato l’ambasciatore d’Italia, Paolo Serpi, discutendo sulla messa a punto di una serie di misure a favore degli italiani in Venezuela e trattando questioni delicate, come quella relativa al sindaco Enzo Scarano di San Diego, arrestato e condannato per non aver collaborato con il regime. Bueno aveva sottolineato l’importanza di proteggere i cittadini italo-venezuelani e venezuelani, evidenziando le violazioni dei diritti umani commesse durante le manifestazioni pacifiche. Il vice-ministro per l’Europa, Calixto Ortega, aveva rimarcato all’epoca il ruolo dell’Italia come, “porta di accesso all’Europa” e ricordato il giuramento di Simón Bolívar a Roma nel 1805.

Il deputato oppositore Alfonso Marquina aveva offerto una critica dettagliata sulla brutalità del regime di Maduro. Particolarmente attiva nel 2017, Bueno era tornata a Caracas per una missione cruciale, ossia assistere all’insediamento del Presidente del Parlamento venezuelano, che era all’opposizione, Julio Andrés Borges. Si era poi focalizzata sulla risoluzione di una serie di questioni particolarmente rilevanti, come la scarsità di medicinali e il miglioramento dei servizi consolari. Le sue iniziative avevano portato l’allora Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a esprimere una posizione chiara dell’Italia in merito alla crisi venezuelana. Alfano aveva proposto iniziative coordinate con la rete consolare, sottolineando il ruolo dell’Italia come mediatore e richiedendo il rispetto delle prerogative parlamentari, la liberazione dei prigionieri politici, l’ingresso di aiuti umanitari, un calendario elettorale e la sospensione del processo costituente, come specificato da Monsignor Parolin e Federica Mogherini. Tra le misure discusse vi erano appunto l’aumento del personale consolare e dei fondi per migliorare l’assistenza agli italo-venezuelani, un piano straordinario di assistenza da 1 milione di euro per i cittadini più vulnerabili e l’aggiornamento del tasso di cambio per le pensioni. A livello internazionale, l’Italia aveva promosso la partecipazione attiva dell’UE nella crisi, collaborando con Spagna e Portogallo. Alfano aveva anche trattato con le autorità venezuelane per garantire il pagamento delle aziende italiane in difficoltà, sottolineando che queste non avevano abbandonato il territorio venezuelano, ma continuavano a contribuire alla sua crescita e sviluppo. La questione venezuelana è più che mai attuale per Renata Bueno, che continua a sottolineare l’urgenza di un impegno internazionale concreto. Secondo l’ex deputata, la situazione in Venezuela richiede uno sforzo coordinato a livello globale. La comunità internazionale deve agire con fermezza per affrontare le irregolarità segnalate e promuovere una soluzione che rispetti i principi democratici e i diritti umani fondamentali.

Redazione

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