Le nuove leggi imposte dai talebani in Afghanistan, che proibiscono alle donne di mostrare il volto e di parlare in pubblico, hanno suscitato forti condanne da parte dell’ONU e dei gruppi per i diritti umani. La notizia della normativa, come riportata da Rukhshana Media, approvata dal leader talebano Hibatullah Akhundzada, richiede che le donne indossino abiti che coprano completamente il corpo e il viso e stabilisce che non possono cantare o leggere ad alta voce nemmeno all’interno del proprio domicilio.
Se una donna esce di casa, deve nascondere il suo corpo e la sua voce, e non può avere interazioni visive con uomini non parenti. Anche i tassisti rischiano sanzioni se accompagnano donne senza un accompagnatore maschile. Le sanzioni per le trasgressioni possono includere arresti.
Roza Otunbayeva, rappresentante dell’ONU, ha denunciato queste misure come una estensione delle intollerabili restrizioni già imposte dal regime talebano. Attivisti come Fawzia Koofi e Shukria Barakzai hanno espresso preoccupazione per il silenzio della comunità internazionale di fronte a queste violazioni dei diritti umani, contribuendo a una condizione di “apartheid di genere” che esclude donne e ragazze dalla vita pubblica e dalla giustizia.
Le nuove leggi si aggiungono a un contesto di repressione che già negava alle donne accesso all’istruzione secondaria e al lavoro retribuito, impedendo loro di usufruire di spazi pubblici come parchi e palestre. Quest’anno, i talebani hanno anche reintrodotto pene corporee come la fustigazione e la lapidazione per l’adulterio. Sono attesi commenti ufficiali dai talebani riguardo a queste leggi.
Redazione