Il gruppo automobilistico francese Renault ha annunciato un importante passo avanti nella sua espansione globale e nel sostegno alla mobilità sostenibile in Africa, firmando un nuovo accordo di investimento con il governo marocchino. Questo accordo, che si estenderà fino al 2030, punta a sviluppare una produzione di veicoli elettrici nello stabilimento marocchino, favorendo la transizione verso un’industria automobilistica più verde e innovativa.
Secondo il Primo Ministro marocchino Aziz Akhannouch, l’intesa rappresenta una nuova fase di cooperazione tra il Marocco e Renault, basata sulla modernizzazione del settore automotive, sull’adozione di tecnologie avanzate e sulla creazione di migliaia di posti di lavoro. In particolare, si prevede la generazione di circa 7.500 nuove posizioni lavorative, tra dirette e indirette, contribuendo allo sviluppo economico del paese e alla competitività internazionale del settore.
Il piano di sviluppo di Renault in Marocco, che si estende dal 2025 al 2030, si concentra su tre pilastri principali: la modernizzazione e innovazione dei modelli prodotti, la transizione verso veicoli sostenibili e la creazione di un centro di ingegneria dedicato alla ricerca e sviluppo entro la fine del 2025. A breve termine, gli stabilimenti di Tangeri e Casablanca saranno aggiornati con tecnologie avanzate, migliorando la qualità e la tecnologia dei veicoli prodotti.
Uno dei traguardi più ambiziosi è l’intenzione di lanciare entro il 2030 una gamma completa di veicoli elettrici, rafforzando l’impegno di Renault verso la mobilità sostenibile. Già oggi, gli stabilimenti marocchini producono circa 413.000 automobili all’anno, esportate in oltre 68 paesi, rappresentando il 90% della produzione totale e confermando il ruolo strategico del Marocco nell’industria automobilistica globale.
Questo accordo segna un passo importante per Renault e il Marocco, rafforzando la collaborazione tra i due paesi e contribuendo alla crescita di un settore automotive più ecologico e innovativo, in linea con le sfide ambientali e le nuove esigenze di mobilità del XXI secolo.
Redazione
