Marocco-infrastruttura: I porti Nador e Dakhla operativi nel 2026 e nel 2028

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I due ambiziosi progetti di porti in acque profonde del Marocco avanzano con scadenze ora più precise: Nador West Med è previsto per il 2026, e il porto atlantico di Dakhla per il 2028, ha dichiarato il ministro dell’Equipaggiamento e dell’Acqua, Nizar Baraka, in un’intervista a Reuters.

Situato sulla costa mediterranea, Nador West Med dovrebbe essere operativo nella seconda metà del 2026. Il porto inizierà con 800 ettari di zone industriali, che in un secondo tempo si estenderanno fino a 5.000 ettari, superando così le aree industriali di Tanger Med.

Accoglierà inoltre il primo terminale di GNL (gas naturale liquefatto) del Marocco: un’unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione (FSRU) collegata tramite gasdotto ai principali poli industriali del nord-ovest — un elemento chiave nella strategia energetica del Paese verso il gas naturale e le energie rinnovabili.

Sulla costa atlantica, il porto di Dakhla — il cui investimento è stimato in un miliardo di dollari — dovrebbe essere completato nel 2028. Con una profondità di 23 metri, sarà il porto più profondo del Marocco, pensato per sostenere industrie pesanti e per la lavorazione di materie prime provenienti dai paesi del Sahel. La zona comprenderà 1.600 ettari destinati ad attività industriali e 5.200 ettari di terreni agricoli irrigati con acqua desalinizzata.

I porti di Nador e Dakhla avranno anche banchine dedicate all’esportazione di idrogeno verde, in linea con le ambizioni del Marocco nella transizione verso energie pulite. Una volta operativi, diventeranno rispettivamente il terzo e il quarto porto in acque profonde del paese, dopo Tanger Med e Jorf Lasfar.

Baraka ha aggiunto che il Marocco sta inoltre valutando la costruzione di un nuovo porto a Tan-Tan, sull’Atlantico, in collaborazione con investitori nel settore dell’idrogeno verde; gli studi per definire la dimensione del progetto sono in corso.

Le zone industriali attorno a Tanger Med ospitano già 1.400 imprese che danno lavoro a 130 000 persone in settori come l’automobile, l’aeronautica, il tessile, l’agroalimentare e le energie rinnovabili — un modello di sviluppo che il Marocco intende replicare con questi nuovi porti.

yabiladi

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