Amministrative – L’importante tornata elettorale delle amministrative del 3/ 4 ottobre vede non solo andare al voto i cittadini di grandi aree metropolitane come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna, ma anche moltissimi paesi e città di medie e piccole dimensioni, un totale di 1.349 comuni dal più grande, la Capitale, al più piccolo Morterone, in provincia di Lecco, con 26 aventi diritto al voto su 34 abitanti.
I leader nazionali, quindi, farebbero bene a prestare attenzione anche a realtà più contenute.
Così sta facendo Giorgia Meloni con la sua visita a Grosseto, emblema del centro destra in una regione storicamente orientata a sinistra, ma nella quale qualche cambiamento appare all’orizzonte.
Proprio l’avamposto della città maremmana dimostra una particolare vivacità di quella parte politica e l’attenzione della presidente di Fratelli d’Italia e dell’ECR, in Europa, lo dimostra.
A fare da apripista alla visita della leader si è tenuto un interessante incontro promosso lo scorso 23 settembre da Valentina Spano e Luca Vitale, componenti del coordinamento comunale di Fratelli d’Italia ed impegnati nella campagna elettorale, sul futuro del capoluogo maremmano dal titolo “Grosseto 2026 – I nostri progetti per la maremma di domani”, al quale hanno partecipato i vertici regionali e locali, Fabrizio Rossi e Bruno Ceccherini, alcuni dirigenti di altre regioni e nazionali, come Chiara La Porta, vice presidente di Gioventù Nazionale, ed il sindaco uscente Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Quello grossetano è un interessante esempio come una coalizione compatta e ben integrata, guidata da un sindaco con una visione decisa, possa fare bene, dalla rivoluzione ambientale, all’aumento della differenziata, dalla diminuzione della Tari, all’attenzione sulla sicurezza, che ha avuto come risultato una netta diminuzione dei crimini, dallo sport alla riqualificazione urbana.
Durante l’incontro del 23 settembre è stato sottolineato un dato di rilievo generale, la fondamentale importanza che avranno tutti gli enti locali, dal più grande al più piccolo, per la ripresa dalla crisi pandemica e per il pieno e proficuo utilizzo dei fondi che saranno a disposizione, le risorse del Next Generation UE, a cui aggiungere quelle dei Fondi Strutturali della programmazione 2021-2027, pari ad 83 miliardi, oltre a quelli nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per la programmazione 2021-2027, 50 miliardi, ed ancora i 28,7 miliardi dell’attuale periodo di programmazione da spendere e certificare entro la fine del 2023, insomma un totale monstre di oltre 390 miliardi da investire nel Paese.
Il ruolo dei Comuni e delle loro amministrazioni, la loro capacità di individuare i progetti che portino a risultati tangibili, costruirli e metterli a terra nella loro concreta esecuzione sarà la vera sfida. Non basterà avere, a livello centrale, progetti di investimento credibili e coerenti con le indicazioni della U.E., ma sarà necessaria anche una mappatura dell’efficienza, integrità e trasparenza della Amministrazioni pubbliche, per dare la precedenza a quelle già pienamente in grado di assicurare detti tre requisiti ed intervenire in aiuto di quelle in affanno affinchè possano migliorare le proprie performance e partecipare così pienamente a quel grande lavoro di squadra che tutto il nostro Paese deve compiere, dal Governo centrale
al più piccolo comune, per uscire da questo tunnel di crisi.
Le risorse non mancano, le ricchezze artistiche, paesaggistiche, enogastronomiche, le eccellenze culturali e scientifiche sono la nostra forza riconosciuta in tutto il mondo, il “made in Italy” è un brand inimitabile, sta a noi tutti valorizzare quanto la natura e la storia ci ha dato, ed in questo le istituzioni più vicine alla gente ed al territorio hanno un ruolo fondamentale.
Amministrative, non solo città Metropolitane: l’esempio Grosseto

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