Il caso Fidanza – A tre giorni dal voto delle importanti amministrative di ottobre è scoppiato il caso Fidanza, portato all’attenzione del grande pubblico nella puntata di giovedì scorso di Piazza Pulita su La7 che ha tramesso 10 minuti di registrazioni, costituenti una sintesi di oltre 100 ore, svolte per un’inchiesta giornalistica di Fanpage durata addirittura tre anni.
Carlo Fidanza è certamente un dirigente di spicco di Fratelli d’Italia, ha iniziato l’attività politica a Milano da giovanissimo nel Fronte della Gioventù, ha partecipato, poi, alla svolta di Fiuggi ed, in seno ad AN, è stato Vice Presidente di Azione Giovani, il movimento giovanile del partito, nel Pdl ha ricoperto vari incarichi ed, infine, è stato uno dei fondatori di Fratelli d’Italia.
Ha iniziato il suo percorso nelle istituzioni come consigliere a Desio e, poi, a Milano, città dove ha radicato gran parte della sua carriera politica, in ultimo è stato rieletto nel 2019 al Parlamento Europeo nel quale è andato a rivestire il ruolo di capo delegazione di Fratelli d’Italia all’interno del Gruppo dei Conservatori Europei (ECR), partito di cui Giorgia Meloni è presidente.
E’ evidente che un attacco giornalistico a Carlo Fidanza è un attacco all’intero partito ed, in particolare, alla sua presidente in un momento estremamente delicato come la vigilia di un’importante tornata elettorale, poi, guarda caso, la sera del giorno prima del silenzio, con l’ovvia conseguenza che la notizia è rimbalzata sui giornali proprio il sabato prima del voto, quando i partiti sono sostanzialmente imbavagliati.
L’oggetto dello “scandalo” sarebbero state frasi razziste, inneggianti al fascismo ed al nazismo, che si sarebbero dette in alcuni ambienti frequentati anche dal parlamentare europeo, nonché ipotesi, parliamo di ipotesi, di contributi elettorali in “nero” e, quindi, illeciti.
Non voglio entrare nello specifico, né giudicare il dirigente in questione, sia la magistratura sia gli organi di partito faranno chiarezza e se sono stati commessi degli errori, anche di semplice leggerezza, ci dovranno essere delle proporzionate conseguenze sia politiche che, nel caso, giudiziarie, se dovesse risultare la commissione di reati, quel che mi interessa è dare un’interpretazione politica delle modalità con cui l’inchiesta è stata svolta e la tempistica, inquadrando il tutto in un contesto più generale.
Fratelli d’Italia è un partito giovane, nato da un manipolo di pochi dirigenti e militanti che hanno voluto dare una nuova casa ad una destra moderna, ad una comunità di persone che credono nei valori, sempre attuali, che hanno reso grande il nostro Paese, della tradizione occidentale, della famiglia, delle nostre radici giudaico cristiane, insomma un orgoglio che si andava perdendo ed annacquando in una società sempre più priva di ideali e votata al mercato, più che alle persone, succube di un’Europa semplicemente regolatrice di interessi economici ben distante da quella dei popoli pensata dai padri fondatori, quell’Europa che dovrebbe essere compito di tutti noi contribuire a costruire.
Negli ultimi anni questo piccolo partito si è andato consolidando ed è cresciuto divenendo non solo la casa di una moderna destra, ma anche di una pluralità di sensibilità liberali e popolari, tanto da potersi oggi candidare per la costruzione di un grande partito conservatore italiano, frutto del duro lavoro di una dirigenza illuminata e di una leader che della coerenza ha fatto la propria bandiera.
Evidentemente questa creatura, che, secondo i sondaggi pressochè unanimi, dovrebbe essere oggi il primo partito italiano o, almeno, uno dei primi, può dare fastidio, soprattutto ad una sinistra che sembra aver perso le proprie radici ideologiche, per cui attacchi strumentali, e sinceramente anche un po’ scomposti,
non stupiscono.
Mi ha colpito vedere qualcuno che ha messo a testa in giù il libro di Giorgia Meloni, mi aspettavo attacchi personali al candidato sindaco di Roma Enrico Michetti da quest’ultima proposto, qualcosa è stato tentato, ma è talmente inattaccabile il personaggio che anche i più scaltri denigratori si sono trovati in difficoltà, in
ultimo è arrivato ad orologeria lo “scandalo” Fidanza.
L’Europarlamentare si è immediatamente autosospeso dal partito e la presidente di Fratelli d’Italia ha pubblicato un proprio comunicato di 7 minuti dove ha giustamente sottolineato le strane tempistiche di un’inchiesta durata tre anni e uscita fuori a tre giorni dal voto, la parzialità dei filmati (10 minuti su un centinaio di ore) e le modalità utilizzate dall’insider per provocare reazioni o proposte, nonché lo stupore per il rifiuto del direttore di Fanpage di fornirle le intere registrazioni.
Vedremo come si svilupperà la vicenda, ma la Meloni ha già affermato, con forza, che non saranno fatti sconti a nessuno, ma dopo un’approfondita analisi dei fatti ed aver sentito le persone coinvolte.
Quel che è certo è che per un moderno partito conservatore che si candida al governo del Paese non vi deve essere spazio sia, ovviamente, per qualsivoglia illegalità, sia per nostalgie di tempi ormai consegnati definitivamente alla storia.