Si è appena chiusa al MiCo di Milano la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia dove l’intera classe dirigente del partito, con oltre 4500 delegati provenienti dalle Alpi a Ragusa, ha tracciato, insieme alla propria leader Giorgia Meloni, la strada non solo per i prossimi mesi di campagna elettorale che ci separano dalle politiche, ma anche per un completo progetto di Paese che conduca ad un nuovo rinascimento liberando tutte le energie da troppo tempo represse da una politica miope ed assistenzialista che, invece di mirare alla valorizzazione delle tante eccellenze e risorse che abbiamo, ha visto nella paghetta di Stato del reddito di cittadinanza la soluzione per il superamento della povertà.
La realizzazione del grande partito Conservatore italiano è ormai realtà e la sfida è stata lanciata con chiarezza e senza mezzi termini.
Importante è stata la partecipazione di personaggi della cultura e dell’informazione che vanno, tra i molti altri, dal sociologo Francesco Alberoni, al filosofo e presidente emerito del Senato Marcello Pera, a Carlo Nordio, il noto magistrato, allo scrittore Stefano Zecchi, al giornalista Paolo Del Debbio, allo studioso Luca Ricolfi, all’ex ministro Giulio Tremonti, fino al direttore d’orchestra Beatrice Venzi, che, nella giornata finale, ha chiuso con le musiche di Morricone, Vivaldi, Puccini e con l’Inno di Mameli.
Non meno di rilievo è stata la presenza di manager ed imprenditori di alto livello nonchè dei rappresentanti delle categorie maggiormente colpite dalle grandi emergenze del Covid e della guerra, come quella della ristorazione, del turismo, delle discoteche, dei balneari, dello spettacolo, ma in generale della maggior parte delle Partite Iva, le imprese ed i professionisti.
I grandi valori non negoziabili della nostra cultura millenaria basata sui principi dell’umanesimo cristiano, della libertà, della democrazia, della difesa della vita dal concepimento alla morte, della famiglia generatrice, chiaramente alternativi alla cultura dello scarto, la tutela del lavoro, la valorizzazione del Made in Italy e delle nostre tante eccellenze, il merito nelle scuole e nelle università, le periferie e la tutela dei più deboli, l’Europa confederale, il presidenzialismo, oltre a tanti altri temi, sono stati i protagonisti di tutti i tavoli di lavoro, dai quali sono emerse, con chiarezza, proposte ed una visione di Paese, con l’esplicito messaggio che si è pronti per governare.
“Il partito dei conservatori è una grande novità politica. Abbiamo dato così poca anima all’Europa che Putin ha pensato di poterla conquistare con tre carri armati. Siamo così deboli che rischiamo di consegnarci al dittatore. Putin vuole l’Occidente, vuole la nostra anima. Ecco che serve il conservatore che difende l’anima cristiana dell’Europa”, ha affermato Marcello Pera.
Tali inequivocabili parole ben sintetizzano il percorso che l’intera classe dirigente di Fratelli d’Italia si è dato, essendo, ormai chiaro, che una politica, soprattutto europea, troppo impegnata a valorizzare la cultura gender, a cancellare le identità, a relegare la famiglia generatrice in un secondo piano, a suggerire di non augurarci il buon Natale, attenta alla sola convenienza economica senza una visione politica, ci sta portando ad un inverno demografico drammatico ed ad un progressivo impoverimento soprattutto della classe media, spina dorsale del Paese.
Il Covid e la guerra in Ucraina hanno dimostrato che “il Re è nudo”, un bagno di realtà si è imposto con prepotenza, ci si è resi conto che, probabilmente, ci si sarebbe dovuti preoccupare di più di una politica energetica che tenesse conto anche degli equilibri internazionali, piuttosto che del solo prezzo delle materie prime, invece che del buon Natale, e la volontà di affrontare la realtà, partendo da una chiara visione antropologica e delle nostre radici etiche, è emersa con nettezza dai lavori della conferenza programmatica, che ha fatto tesoro dell’esortazione fatta dal Card. Parolin solo due mesi fa all’intera classe politica italiana il quale ha evidenziato come sia “un grave errore pensare che i temi più esplicitamente etici o bioetici siano altra cosa rispetto ai temi sociali e non vi sia continuità. Sono due facce della stessa medaglia. Non si possono inquadrare correttamente i temi sociali se non a partire da una certa antropologia e vice versa”.
Non sembra un caso, quindi, che nel discorso conclusivo Giorgia Meloni abbia fatto un chiaro avviso ai naviganti di sinistra affermando “Non accetteremo di essere figli di un dio minore che non esiste. Esiste Dio e sì, siamo suoi figli, orgogliosi, non ci sentiamo inferiori a chi un Dio pensa di non averlo”.
Una completa offerta politica è stata messa sul tavolo, confido che l’intero centro destra vorrà compattarsi su quanto unisce, ed è molto, per non veder più, dopo la tornata elettorale del 2023, governi misti e pasticciati, con sensibilità troppo diverse per un efficace progetto Paese di medio e lungo termine di cui abbiamo assoluta necessità, ma regole, onestà intellettuale e chiarezza saranno necessarie, in gioco è il futuro dei nostri figli.