Il commercio di prossimità e stato sacrificato a favore della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) – A Caronno vi sono 3 supermercati: un Tigros, un Lidl ed un Conad, e nei paesi confinanti sono presenti 2 Esselunga oltre ad altri marchi minori.
Va da sé che anche per sola praticità il consumatore è portato a fare tutta la spesa in un unico supermercato.
Io vedo i negozi al dettaglio anche come presidio contro il degrado, mantenendo vivo il territorio, promuovendo un’attività sociale per anziani e famiglie.
Un paese senza negozi è un luogo morto. Contando gli esercenti, si trova un enorme numero di potenziali elettori, i quali sarebbero ben disposti ad appoggiare una politica che premia il loro lavoro;si potrebbe anche utilizzare il commercio al dettaglio come piattaforma sperimentale per nuove tipologie contrattuali, volte alla promozione di contratti a lunga durata o indeterminati per i dipendenti, se premiati da una politica fiscale favorevole.
La pandemia ha orientato la GDO ad attuare servizi di delivery,scelta praticamente insostenibile per il dettagliante.
Anche l’assoluta libertà di licenza della GDO sta soffocando ed in maniera irreversibile quella che per più di un secolo è stata la spina dorsale del commercio in Italia nelle città fino al più remoto borgo di montagna.
Si ricordano i tempi in cui i negozianti tenevano un libretto sul quale venivano segnati gli importi delle spese che le famiglie facevano a credito per poi saldarle, a fine mese quando ricevevano lo stipendio.
Quindi per salvare e rilanciare il commercio al dettaglio ènecessaria ed urgente una rinnovata spinta a favore di una politica fiscale adeguata e mi spingo a dire più vantaggiosa rispetto alla FDO, che può contare su una spinta inerziale e vantaggiosa impari se confrontata a quella del dettagliante.
Io la chiamerò “opzione di riequilibrio”.
E sono sicuro che le associazioni di categoria sapranno orientarsi a favore di chi si è adoperato per favorire la loro permanenza sul territorio.
Di Emilio Masenzani