Italia al voto, svolta storica verso il centro destra – Il 25 settembre i cittadini potranno finalmente far sentire la propria voce dopo 11 anni di governi frutto di compromessi e di alleanze neanche immaginabili prima che si verificassero, ci troviamo di fronte ad una svolta storica.
La vittoria del centro destra sembrerebbe scontata, refrain che l’informazione ci ha incessantemente propinato, ma i sondaggi sono una cosa ed i voti veri sono un’altra, per cui l’elettorato di questa parte politica farà bene a recarsi massicciamente alle urne se vuole che i pronostici si confermino.
D’altra parte il PD, certamente sfavorito, gode di una struttura di partito e di potere tale da poter contare su una schiera importante di fedelissimi che sarebbe poco rilevante di fronte ad un’alta percentuale di votanti, ma risulterebbe determinante in caso di bassa affluenza.
Vincerà il centro destra a trazione meloniana? Molto probabilmente sì, anzi ritengo che più ci avviciniamo al giorno del voto più Fratelli d’Italia acquisterà consensi dagli indecisi, i quali, se evidentemente non di sinistra, saranno indotti a fare una scelta di novità e di sostegno, con un voto “utile”, termine che non amo ma che in questo caso deve essere utilizzato, del partito che, almeno sulla carta, è il favorito ed avrà la responsabilità di governare il Paese, con i propri alleati.
Insomma si tratta di dare fiducia al progetto politico di centro destra da parte di quel flusso elettorale importante che decide all’ultimo momento e che difficilmente si potrebbe indirizzare verso un M5S che non ha dato prova di compattezza e di linearità o verso un PD ormai dei salotti buoni e dei Parioli, che ha perso quella connotazione di partito di massa che tutela la “classe operaia” per identificarsi con il partito dei c.d. “diritti” quali la cannabis libera, i matrimoni omosessuali e la cultura gender, temi che, come la si pensi, di
certo non sono prioritari in un Paese che è sostanzialmente in guerra ed i cui cittadini non sanno come pagare le bollette.
Inoltre se il centro destra non ottenesse i numeri per avere una maggioranza stabile si aprirebbe un periodo di incertezza per il Paese. Si ricorrerebbe ancora ad una figura tecnica? Quale maggioranza la potrebbe sostenere? Escludendo la sinistra estrema, con la quale Letta ha deciso di allearsi, che appare impossibile entri in un governo con anche uno dei partiti di centro destra, si riproporrebbe un fritto misto, per il” bene del Paese”, con tutti, o quasi, dentro, visto che, stando alle previsioni, solo mettendo insieme PD, M5S,
Forza Italia e forse Lega, si potrebbe raggiungere un numero sufficiente, escluderei categoricamente FdI, da sempre indisponibile a tali operazioni, che, a quel punto, si troverebbe ad essere il partito di maggioranza relativa nel Paese ma all’opposizione.
A ben vedere neppure il PD vorrebbe una situazione del genere, tanto che mi sembra veramente che faccia una campagna elettorale a perdere, nella speranza che Giorgia Meloni, una volta al governo, si bruci in pochi mesi, mesi che si prospettano veramente difficili per il Paese vista la situazione congiunturale, per poi riandare a votare in condizioni decisamente diverse.
Tutto considerato sono convinto che il risultato elettorale, se vi sarà un’affluenza importante, premierà Fratelli d’Italia con un risultato intorno al 30%, al quale si aggiungerà una buona performance di Lega e Forza Italia tale da consentire una maggioranza stabile in entrambi i rami del Parlamento, ma la vera sfida del centro destra sarà dal 26 settembre in poi nella costruzione di una squadra non solo di Ministri e Sottosegretari validi, che, forse, è la parte meno difficile, ma di tutti i ruoli di dirigenza delle Istituzioni da far ricoprire a persone capaci, affidabili e che remino tutte nella medesima direzione per il bene del Paese.
Se fallirà, ritorneremo ad un’egemonia della sinistra per i prossimi vent’anni.