Difendere l’Ucraina è difendere la Democrazia? – E’ il leitmotiv che vi propinano ogni giorno i media, media che vogliono decidere per voi, che hanno ricevuto “il mandato” di descrivere gli ucraini come “povere vittime” della brutalità russa, democrazia (#ucraina) vs. dittatura (#russia) mondo libero (pare vero) contro l’orso russo.
Da una parte ci viene descritto #Putin come un folle, un oligarca sulla via del tramonto, un dittatore da film di Chaplin, dall’altro lato ci vogliono far credere che l’arrogante “patriota” #Zelensky, ex attore di bassa lega, che ha avuto come consulenti durante la campagna elettorale non meglio identificati esperti anglo-americani, sia una sorta di angioletto lindo e pinto.
Ma andiamo con ordine.
Nel 2004, sotto la presidenza americana di George Bush, succede qualcosa nella già ballerina democrazia ucraina.
E’ l’anno della “rivoluzione arancione” (colore dei movimenti politici globalisti finanziati dall’onnipresente #soros) delle proteste di piazza capeggiate dalla bellona Julija Tymošenko (premier nel 2007), la “zarina del gas”, grande amica della #Merkel, arrestata per malversazione e furto di soldi pubblici.
Viene approvata la “riforma costituzionale”.
L’ #Ucraina diventa da repubblica parlamentare repubblica semi-presidenziale, una forma insolita per una democrazia occidentale, ad oggi utilizzata solo in #Ucraina e nei paesi africani, soprattutto ex colonie francesi.
Nel 2004, con le amministrazioni Bush e Obama (soprattutto) inizia la tarantella Ucraina, promesse fatte dalla Merkel (sempre lei) su un possibile ingresso nella #Ue e nella #Nato, e “avvicinamento” al blocco occidentale, con corposi investimenti da parte americana (la Germania era uno dei partner commerciali maggiori della Russia) soprattutto in aziende bio-tech e farmaceutiche (strano).
Nel 2010 viene eletto (dopo le indagini sulla Tymošenko) il filo-russo Viktor Janukovyč, il quale non solo cerca di ridimensionare l’influenza occidentale in Ucraina ma, soprattutto, cerca di mettere fine alle persecuzioni dei Russi del #Donbass (che dal 2014 se la ri-vedono brutta) cercando di dare alla regione una maggiore autonomia.
Nel 2014 la “solita manina” straniera, farà scoppiare le proteste di piazza costringendolo alle dimissioni, vi succederà per breve tempo Oleksandr Turčynov che, da presidente, come unico atto, firmerà la depenalizzazione del reato di malversazione permettendo così alla Tymošenko di uscire di galera.
Le successive elezioni verranno vinte da Petro Porošenko, in carica fino al 2019, anno dell’elezione di Zelensky.
Porošenko si è distinto nel corso del suo mandato, per avere chiesto l’adesione alla Nato e per aver messo fuori legge la maggior parte dei partiti di #opposizione, ma si sa, anche questa è democrazia!
Veniamo ai giorni nostri.
Nel 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina principalmente per due/tre motivi:
Il primo la tutela delle popolazioni russe nel Donbass, massacrate dal 2014 nel più totale silenzio degli organismi internazionali.
Il secondo per la provocazione della Nato di aver svolto esercitazioni militari in #Polonia con militari ucraini.
Il terzo, ma è una tesi da complottista (anche se verificabile al link Reuters https://www.reuters.com/world/
Siamo ancora sicuri che “difendere l’Ucraina” sia “difendere la Democrazia” e non la solita marchetta servile agli #Usa e alla #Nato?
I #Media ci raccontano la storiella che Putin vorrebbe distruggere l’#Europa.
Perché dovrebbe farlo, con quale interesse?
#Francia, #Italia e #Germania sono (erano) i maggiori partner commerciali della Russia, perché l’ex Unione Sovietica dovrebbe avere interesse a distruggerne le economie?
Perché noi europei, dovremmo continuare ad inviare armi ad un paese terzo che non è Nato e nemmeno #UE?
#Austria e #Ungheria si sono sfilate(nel totale silenzio #mainstream) invocando le loro costituzioni neutrali.
Perché l’#Italia non fa altrettanto avendo solo da guadagnarci e rifiutando la guerra come da #Costituzione?
Difendere la Democrazia significa anzitutto difendere la propria.
I nostri politici se lo dimenticano un po’ troppo spesso.
Di Alessio Papi