Il processo di radicalizzazione è stato programmato, contemporaneamente, in Europa e nel Nord Africa, dal progetto cospirativo dei fratelli musulmani il cui obiettivo è estendere il proprio dominio sul territorio. Quasi un’intera generazione, con un’età compresa tra i 20 e i 35 anni, è stata infatti prescelta, indottrinata, fomentata all’odio contro l’Occidente e radicalizzata dagli estremisti che hanno esercitato su di essa un’azione di condizionamento e di plagio, attraverso la dawa, il proselitismo ideologico, costantemente finanziato da ingenti risorse economiche provenienti dall’area dei Paesi del Golfo. Il progetto incita i seguaci della fratellanza musulmana a fornire degli “sforzi individuali” e progressivi per operare nelle istituzioni finanziarie più influenti, raccogliendo donazioni e fondi utili al reclutamento di nuove leve e, soprattutto, per “tenere sveglio” il jihad in tutto il mondo. La hawala, un metodo arcaico ed informale, permette il transito occulto di fondi e donazioni. I seguaci della fratellanza musulmana cercano di inserirsi ed infiltarsi nelle varie attività di gestione finanziaria al fine di acquisire quote maggioritarie degli istituti bancari per poi poterli dirigere. Il Lussemburgo, uno dei principali centri finanziari islamici in Europa, dirige, influenza e controlla altre società, come The Islamic Investment House di Londra e la banca islamica internazionale di Copenhagen. Una parte del progetto prevede lo sfruttamento delle “istituzioni occidentali finché esse possano essere convertite e messe al servizio dell’estremismo” per divulgare ed estendere l’ideologia radicale, e l’infiltrazione degli affiliati alla fratellanza musulmana all’interno delle istituzioni democratiche occidentali. Il piano di conquista autorizza l’uso incondizionato della taqiyya, la “dissimulazione”, che permette al fedele di ricorrere a qualsiasi mezzo scorretto come la menzogna, il raggiro, la finzione al fine di depistare l’infedele occidentale, per poi colpirlo e sottometterlo. Queste inquietanti ambizioni politiche e la strategia mondiale della fratellanza musulmana puntano così a conquistare l’Occidente nel suo tessuto sociale, politico, culturale, religioso, militare, economico e finanziario al fine di assoggettare i territori europei, minacciati e colpiti nelle maniere più inaspettate. Il radicalismo che sta insanguinando l’Europa, germogliava già in Algeria, all’inizio degli anni ’90, con l’avanzata del Fis, del Gia e della Jamaa Al Islamiya che perpetrò un vero e proprio genocidio, rimasto impunito, sterminando oltre 380 mila persone, fra cui migliaia fra giornalisti e intellettuali che hanno pagato con la loro stessa vita la libertà di espressione e di parola. Una matrice di stampo estremista, sempre più sviluppata, organizzata e finanziata, che oggi ritroviamo nel cuore dell’Europa. I gruppi estremisti, presenti in Europa hanno infatti intensificato i loro attentati ai danni dell’Occidente, reclutando jihadisti sempre più giovani che adottano una forma mentis radicale, pericolosa e particolarmente dogmatica. L’attentatore della strage di Barcellona, Moussa Oukabir è infatti un giovane minorenne, radicalizzato in pochi mesi. Nel mondo arabo, un ragazzino, già all’età di 6 anni, può svolgere un ruolo sociale importante diventando un custode, un tutore walī, una figura giuridica che può guidare e rappresentare la madre, la sorella e la famiglia. Un tutore che di fatto esercita il pieno controllo sulla donna stessa e decide per lei solo perché maschio. In Italia, gli estremisti stanno radicalizzando le minorenni femmine; oltre il 30% delle maghrebine di seconda generazione hanno infatti smesso di frequentare la scuola dell’obbligo. Si tratta di un pericoloso isolamento sociale che inevitabilmente sfocerà nell’estremismo alimentando il fenomeno della radicalizzazione. Queste bambine e le loro madri sono intenzionalmente segregate, estremizzate, escluse dalla vita sociale, economica e culturale del nostro Paese, nonché allontanate dalla formazione occidentale. Questo fenomeno è parte integrante del progetto politico e sociale portato avanti dalla fratellanza musulmana. Con ogni probabilità, stiamo consegnando la seconda generazione di immigrati e di immigrate nelle mani di estremisti spietati e senza scrupoli pronti a combattere per il jihad, a sostenerlo, e a portarlo avanti nel corso degli anni. In altri termini, questi estremisti si impegnano ad effettuare una vera e propria formazione jihadista, mediante un martellante brain washing, un processo manipolatorio volto a trasformare l’individuo in una vera e propria macchina da guerra pronta ad uccidere.
Di Souad Sbai
Da articolo della rivista Intervento nella società anno 2017
