I militari con il green pass aderenti a “Itamil Esercito” pranzeranno fuori dalle mense con i colleghi discriminati.
L’Italia delle ingiustizie e della vergogna. Hanno fatto il giro del mondo le foto umilianti dei militari italiani costretti a mangiare un panino in piedi, all’aperto, perché non in possesso del “marchio verde”, il cosiddetto “green pass”, che darebbe loro accesso alla mensa comune. Ovvero, perché “hanno scelto di non essere vaccinati” nel rispetto letterale del punto 36 del Regolamento n. 953 del 14 giugno 2021 del Parlamento e del Consiglio d’Europa.
Puniti, quindi, perché obbedienti alle leggi europee che, come recita l’art. 10 della Costituzione italiana, a cui tutti i militari hanno giurato fedeltà prima di entrare in servizio, recita: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute”.
Evidentemente per il governo Draghi, la Carta Costituzionale italiana, sulla quale anche tutti i ministri hanno giurato fedeltà, vale meno dell’asse di picche. Non è così per i commilitoni degli “esclusi”. Dall’esercito alla polizia passando per i carabinieri, è in atto una rivolta pacifica ma determinata contro quella che viene considerata una assurda ed ingiusta discriminazione del governo nei confronti di colleghi con i quali si lavora fianco a fianco durante il giorno e la notte eccetto che durante la pausa dei pasti in mensa.
Anche i sindacati, tra cui Siulp, Siap, Fns Cisl, Sinaf, Coisp, S.I.A.M.O. Esercito, sono scesi in campo, indignati non solo per l’azione discriminatoria del governo nei confronti dei cosiddetti “servitori della patria senza green pass”, ma perché essi stessi sono stati discriminati dal governo Draghi in quanto non sono mai stati interpellati.
In particolare, il sindacato Itamil Esercito ha informato che i loro tesserati possessori del “green pass” pranzeranno all’esterno delle mense in solidarietà con i colleghi discriminati e che questi ultimi rifiuteranno il sacchetto viveri come alternativa al pasto caldo.
UNARMA, l’Associazione Sindacale Carabinieri, lo scorso 21 agosto, a nome del segretario nazionale, Antonio Nicolosi, ha inviato una “Diffida” (a continuare con la discriminazione nelle mense del personale non vaccinato) al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, al Ministero della Difesa ed al Presidente del Consiglio dei Ministri e per conoscenza al Garante della Privacy, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ed al Segretario Generale del Consiglio d’Europa.
Anche l’avvocato penalista, Margherita Matrella, con studio sia a Foggia che a Bari, si è immediatamente mossa a difesa del diritto dei militari-cittadini a non essere discriminati. L’abbiamo raggiunta telefonicamente per una intervista.
Ancora una volta sulla breccia a difendere i più deboli?
Il fatto che i militari siano costretti a presentare il green pass per accedere alle loro mense interne che, facciamo notare, non sono aperte al pubblico, rappresenta una gravissima discriminazione, un abominio autentico sia dal punto di vista sociale, etico, legale ma anche dal punto di vista economico. Vedere coloro che servono lo Stato, e la cui azione è diretta alla sicurezza dei cittadini, seduti fuori a mangiarsi un panino perché non hanno fatto ricorso alla terapia genica, è una umiliazione gravissima della dignità dell’essere umano qualunque sia la sua posizione nella società.
Non è concepibile che le Forze dell’Ordine e le Forze Armate che hanno liberamente scelto di non vaccinarsi debbano essere costrette a pagare lo scotto della loro scelta, ripeto, libera, in quanto non esiste in Italia una legge che impone a tutti l’obbligatorietà alla vaccinazione. Credo che questo fatto sia unico in tutta Europa e credo che l’Italia abbia il primato europeo del ricorso ad ogni mezzo di costrizione e di limitazione delle libertà individuali per imporre di fatto ed in modo surrettizio l’obbligo vaccinale.
L’imposizione del green pass per limitare le libertà di azione dei cittadini, inclusi i militari, che non vogliono vaccinarsi sta diventando un vero boomerang contro il governo Draghi.
Il governo Draghi non ha tenuto conto della circostanza estremamente importante della assoluta volontarietà dell’acquisizione del cosiddetto green pass come stabilito dai Regolamenti del Parlamento e del Consiglio d’Europa contrassegnati dai numeri 953 e 954 del 14 giugno 2021.
Per questo risulta veramente assurdo che il green pass sia stato imposto come obbligatorio in Italia dal decreto legge 105 del 23 luglio scorso per accedere in una serie di luoghi. Ma ancora più assurdo è il fatto che, per imporre l’obbligo di esibizione del green pass nelle mense per la consumazione al tavolo al chiuso ed in tutti i locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti pubblici e privati, il governo Draghi non ha emesso un nuovo decreto o un DPCM, come quello del 17 giugno scorso: ma ha semplicemente utilizzato una FAQ (Frequently Asked Question) sul sito di Palazzo Chigi. E questo nonostante che la Circolare dello stesso governo, del 5 agosto scorso, avesse escluso le mense, sia nel settore pubblico che privato, dagli obblighi dell’emergenza sanitaria.
Invece, lo scorso 13 agosto si è appreso dal quotidiano “La Repubblica” che il governo aveva fatto retromarcia sulla questione del green pass per le mense per gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e che, quindi, l’obbligo imposto dal decreto legge 105 vincolava tutte le forze militari, comprese le Forze armate.
Ma i militari stanno facendo resistenza denunciando l’incongruità dell’imposizione.
Infatti. Il green pass è stato reso obbligatorio solo per l’accesso alle mense delle Forze dell’Ordine e delle Forze armate, mentre non lo è per accedere in caserma, negli uffici, dove lavorano fianco a fianco, tutti insieme, vaccinati e non vaccinati, ed anche quando salgono sugli stessi mezzi di trasporto per ordini di servizio fuori dalla caserma. Per questo – dichiara l’avvocato Matrella– ho ritenuto necessaria la predisposizione di due denunce, essendo notoriamente volontaria sia la sottoposizione alla terapia genica che l’acquisizione del green pass.
“La prima denuncia, indirizzata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, viene fatta nei confronti del presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, del ministro della Salute, Roberto Speranza, del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e del Capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, per avere violato cinque articoli del Codice penale, l’art. 323 per abuso di ufficio, l’art. 610 per violenza privata, gli artt. 56 e 629 per tentata estorsione diretta all’acquisizione del green pass, e l’art. 604 bis che sanziona qualunque forma di razzismo e di discriminazione.
La seconda denuncia, indirizzata al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale del proprio territorio, sempre per violazione oltre che dei cinque articoli summenzionati del Codice penale anche dell’art. 498 C.P. per abuso di divisa, viene fatta nei confronti di tutti i comandanti di Enti, Reparti, Questure, Distaccamento, Prefetti, Direttori di mense, sia delle Forze dell’Ordine che delle Forze Armate, vale a dire dell’Aeronautica militare, dell’Esercito italiano, della Marina militare, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia penitenziaria, dei Vigili del Fuoco, della Polizia metropolitana e della Polizia locale.
Chi deciderà di presentare le denunce dovrà solo riempire con i propri dati gli esposti che ho preparato, firmare, in fondo, sia la dichiarazione di nominarmi, quale parte offesa, suo difensore di fiducia che la richiesta di essere avvisato in caso di archiviazione o di prolungamento dei termini di indagine. Come sempre agirò a titolo gratuito e chi depositerà le denunce non solo non mi dovrà nessuna ricompensa, ma il suo compito si esaurirà nell’atto della denuncia perché sarà da me rappresentato in tutte le fasi dell’indagine, anche, eventualmente, in tribunale.
Come può l’Italia non applicare la normativa europea su vaccini e green pass?
L’Italia – risponde l’avvocato Matrella – è un paese membro dell’Unione europea e nessun governo può mettere sotto i piedi la volontà espressa dal Parlamento e dal Consiglio d’Europa con la Risoluzione n. 2361 e con i due Regolamenti n. 953 e 954. Questo governo insiste con la tecnica della discriminazione per costringere la gente a vaccinarsi, ma la gente ha sempre più paura. Non tranquillizza certo la notizia degli 84.322 effetti avversi diffusa dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, nel suo ultimo Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini anti-Covid relativo al periodo 27 dicembre 2020-26 luglio 2021.
Denunciamo che l’AIFA non ha ancora pubblicato i dati aggiornati dei decessi mentre i social ci parlano di persone trovate morte in casa dopo il vaccino.
Come considera l’attuale governo Draghi?
Questo governo è uno dei peggiori che abbiamo mai avuto, ma deve fare retromarcia. L’Italia non deve limitarsi a chiedere soldi all’Europa, deve anche rispettare la volontà europea che è chiarissima. Il governo Draghi sta finendo di distruggere questa nostra Italia che si trova in una gravissima posizione debitoria, presunta o reale, di ben 2.696,2 migliaia di miliardi di debito. Quasi 3.000 miliardi, chi li paga? Vogliono farci fare la fine della Grecia? Questo governo è pericoloso per il popolo italiano.
Cosa fare?
Ho invaso le Procure d’Italia di denunce, lo so perché ricevo tutti i giorni le ricevute degli esposti fatti contro – ad esempio – il generale Figliuolo, la RAI, i 10 medici superstar della tv, l’AIFA, il Green pass, il presidente della Regione Sicilia, Musumeci, l’ultimo, del 19 agosto, contro la vaccinazione ai bambini. Tutti i miei esposti sono visibili e scaricabili dal mio canale Telegram: avv. margherita matrella. Mi stanno cominciando ad arrivare anche le ricevute delle denunce che ho appena preparato sulle mense dei militari che si trovano sempre su Telegram alla data del 17 agosto. La gente, i cittadini, i militari, devono ribellarsi, non si può andare avanti così. Mi ha chiamato un luogotenente di Pordenone che mi ha comunicato che faranno una valanga di denunce contro questo governo che umilia tutte le classi sociali che producono reddito in un momento in cui l’Italia va a carte quarantotto.