Fabrizio Santori, tra i massimi esponenti della Lega a Roma, ci racconta gli umori del Carroccio “Coalizione unita, lo dimostra la presenza sul territorio di Salvini”.
Veterano della politica romana con una gavetta che ha toccato tutti i livelli istituzionali e non: dai gruppi giovanili e studenteschi al municipio allora XVI oggi XII, passando per l’Assemblea Capitolina ai tempi di Alemanno e al consiglio regionale del Lazio. Fabrizio Santori, oggi candidato al Comune in ticket con la candidata prosindaco Simonetta Matone, è uno degli esponenti di spicco della Lega a Roma. Ecco perchè a pochi giorni dal voto dall’esito più incerto che mai e all’indomani delle considerazioni del ministro dell’area di moderata leghista, Giancarlo Giorgetti, che ha ‘snobbato’ Enrico Michetti benedicendo la candidatura a sindaco di Carlo Calenda, RomaToday ha voluto incontrarlo per capire meglio umori e prospettive del Carroccio nella Capitale.
Le dichiarazioni di ieri del ministro Giorgetti che ha velatamente affossato la candidatura di Michetti esprimendo apprezzamento per Calenda sono state un fulmine a ciel sereno e non possono non indurre ad una riflessione interna….
Le parole di Giorgetti hanno un po’ stupito, essendo lui una persona di grandissima responsabilità e molto attenta alle sorti del Paese e quindi a quelle della Capitale. Un endorsement verso altri candidati che afferiscono alla sinistra, una coalizione che ha già governato questa città, rischia di consegnare la Capitale a personaggi che l’hanno devastata. Tuttavia è innegabile la compattezza della coalizione di centrodestra all’interno della quale, e non è un mistero, è grande e allo stesso tempo stimolante la competizione tra Lega e FdI che si riferiscono allo stesso ambito politico e ad un elettorato che grossomodo è lo stesso. L’unità di intenti è assoluta, lo dimostra la presenza costante di Matteo Salvini a Roma: in tutte le iniziative elettorali e in ogni quartiere della città. Abbiamo l’opportunità di vincere e questo va compreso da tutti. Il percorso verso la vittoria va fatto in modo compatto, credo che tutto si deciderà al ballottaggio.
Quindi i rumors sui malumori interni alla Lega per il candidato sindaco scelto o meglio imposto da Giorgia Meloni e da FdI sono solo illazioni?
Sulla scelta di Michetti non c’è alcun malumore. Ce ne possono essere stati all’inizio per il ritardo accumulato nella scelta del candidato sindaco. Ripeto, la presenza di Matteo Salvini sul territorio romano lo conferma, è il leader che a Roma ha più spinto sulla campagna elettorale. D’altronde Giorgia Meloni non si è voluta candidare ed è anche comprensibile visto il ruolo che ricopre e le ambizioni politiche. Si è imposta su Michetti, la nostra scelta (quella della Lega ndr.) sarebbe stata Simonetta Matone ma da quel giorno, scelto il candidato sindaco e deciso il ticket con il prosindaco, è evidente che stiamo lavorando tutti uniti per affermarci in Campidoglio.
Ma c’è un po’ di rammarico per aver ceduto il passo a Fratelli d’Italia e non aver candidato sindaco Simonetta Matone, che sembra avere grande appeal sui romani?
Questo si vedrà dopo. Non è una questione che attiene a questo determinato momento storico. Quello che succede adesso è l’unione fortissima tra Simonetta Matone ed Enrico Michetti che lavorano in sinergia su tutto il territorio: con iniziative diverse per essere più presenti e compatti negli appuntamenti più importanti. Di Michetti apprezzo molto bontà e competenza, con Matone ho avuto l’impressione di avere di fronte una donna di grande professionalità e con massima attenzione per tutti gli aspetti della città. E’ una coppia affiatata che sta dando dei buoni risultati, vedremo il risultato finale. Credo però che oggi sia profondamente ingiusto dare un giudizio a priori e affrettato sulla situazione complessiva. D’altronde la coalizione di centrodestra è l’unica che ha già indicato parte della squadra di un eventuale governo della città: Michetti, Matone, Sgarbi. Non siamo solo idee, ma azioni che camminano sulle gambe delle persone che noi abbiamo indicato già da tempo e chiaramente ai romani. Non come Pd e M5s tra i quali è palese l’accordo sottobanco.
Il centrodestra si è presentato a queste elezioni puntando molto sull’unità della coalizione, ma dopo mesi di campagna elettorale, complice anche il clima a livello nazionale, sembrano emergere alcune divergenze. Michetti sembra non convincere. Teme un’emorragia di voti verso Carlo Calenda?
Ho avuto modo di parlare con Calenda a Porta Portese quando ha voluto a tutti i costi incontrare Matteo Salvini per provare l’ebrezza della folla. E’ un candidato sindaco che può avere fascino: sta facendo una buona campagna elettorale, e c’è da dirlo, anche spendendo molto. Ma va detto che sugli elettori di centrodestra l’appeal può essere effimero: basta vedere chi è candidato con lui, provengono tutti dall’area del centrosinistra. Non credo che gli elettori di centrodestra vorrebbero ritrovarsi rappresentati in questo modo all’interno delle istituzioni cittadine. Va anche detto che Calenda ha fallito pure come Ministro. E’ un Ignazio Marino 2 travestito da un simil Silvio Berlusconi.
Però in sondaggi dicono che Calenda ha presa su una parte dell’elettorato, quello più moderato, di centrodestra…
Ho detto a Calenda di darci una mano al ballottaggio, si è offeso perchè pensa di arrivarci lui. Onestamente credo sia difficile. Penso che con lui si possa avviare una buona collaborazione successiva per portare a compimehto alcune interessanti poposte del suo programma che sono anche nel nostro, come la realizzazione dei termovalorizzatori per uscire dalla crisi dei rifiuti di Roma.
E quindi cosa direbbe agli elettori di centrodestra?
Facciamo un appello al voto affinchè possa essere utile, anche per raggiungere il 51% al primo turno. Difficile ma non impossibile. Invito soprattutto a leggere il programma di Michetti perchè rappresenta la sintesi perfetta delle tre-quattro anime del centrodestra: una città efficiente, bella e sicura. Grandi progetti per il futuro.
L’abbiamo vista in un tour elettorale con la dottoressa Matone. Quali sono le priorità da affrontare per la città di Roma?
Parlare di Roma e priorità in un contesto generale di emergenza, abbandono, applti fermi e caos è un eufemismo. Abbiamo ascoltato i romani e abbiamo preso in carico le loro richieste: lavoreremo su quelle. I cittadini vogliono una città che funzioni soprattutto per quanto riguarda trasporti e rifiuti, servizi che vengono pagati profumatamente ma che spesso sono inesistenti. Una città all’altezza delle grandi capitali europee. Abbiamo bisogno di una legge ordinaria che permetta di avere più poteri per Roma, per realizzare il decentramento dei municipi e poter prendere decisioni in maniera rapida e veloce. Puntiamo a Roma Smart City con una città tecnologica, digitale e innovativa per dare servizi efficienti a cittadini e commercianti. Attenzione poi ad ambiente e decoro con un collegamento diretto alle segnalazioni dei cittadini. Centrale è anche il tema della sicurezza. Per quanto riguarda il Bilancio crediamo che debba essere alle priorità vere della città, evitando gli sperperi. Allo stesso modo dobbiamo recuperare il patrimonio, facendo cassa con gli stabili comunali inutilizzati e che invece potrebbero tornare utili per servizi e tessuto produttivo della città. Puntiamo poi al ripristino dei servizi per la disabilità. Bisognerà rimettere a posto anche Ama Cimiteri, dove la situazione è tragica: c’è un bando fermo, quello dei nuovi loculi, che vale circa 25 milioni.
Romatoday