Italia – Le auto bianche si ritroveranno oggi a Roma per una grande manifestazione. I sindacati chiedono di contrastare l’abusivismo e disciplinare le piattaforme di intermediazione.
Venerdì 22 ottobre è stato indetto uno sciopero nazionale dei taxi dalle 8 alle 22: le auto bianche si fermeranno nelle principali città e nei più grandi aeroporti e si ritroveranno a Roma per una grande manifestazione. Lo rendono noto Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Usb taxi, Or.S.A taxi, Ati taxi, Fast Confsal e Associazione Tutela Legale taxi. I sindacati chiedono di contrastare l’abusivismo e disciplinare le piattaforme di intermediazione.
“Nostro malgrado – spiegano i sindacalisti – siamo costretti a fermarci per chiedere che finalmente le istituzioni ci ascoltino e portino a compimento il processo di riforma del comparto, iniziato circa tre anni fa e mai concluso, con l’approvazione di quelle oramai indispensabili norme necessarie a disciplinare la tracotante invadenza delle piattaforme di intermediazione digitale e a contrastare i dilaganti fenomeni di abusivismo”.
“È inaccettabile – aggiungono – che mentre i lavoratori del settore sono in ginocchio, si continui a far finta di nulla e chiunque, a causa dell’assenza di regole e controlli, possa svolgere in nostro lavoro, anche grazie all’uso disinvolto delle applicazioni tecnologiche. Piattaforme di intermediazione digitale e vettori di tutti i tipi, a partire dalle auto di noleggio da rimessa, per passare a pulmini di varia tipo e natura, fino ad arrivare a golf car e risciò che svolgono indisturbati un’attività in parte o addirittura totalmente abusiva, poiché in assenza di regole certe possono praticamente agire indisturbati, continuando a invadere il nostro specifico comparto d’azione nel quale in uno stretto contesto di norme, noi siamo invece costretti ad agire”.
“Vorremmo ricordare a tutti – concludono – che per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, mentre nel Paese tutto si fermavano in piena pandemia, noi abbiamo continuato a svolgere in modo ininterrotto il nostro lavoro, per adempiere alla funzione fondamentale di servizio pubblico che svolgiamo, distinguendoci spesso anche per gesti di grande generosità. Domani saremo in piazza poiché non possiamo più accettare di continuare a essere umiliati e per chiedere regole certe per tutti che restituiscano dignità ai nostri operatori”.