Soumahoro si autosospende per salvare i rosso-verdi

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Soumahoro si autosospende per salvare i rosso-verdi. Il deputato spinto a lasciare il gruppo. «Ho commesso una leggerezza»

Faro della Finanza su un consorzio che avrebbe “ereditato” il giro d’affari della coop.

E’ stata messa la toppa. Per non cacciare Aboubakar Soumahoro, e cercare in un mare d’imbarazzo e di vergogne di salvare al faccia all’alleanza rosso-verde e di non venire travolti ma già in gran parte lo sono, Bonelli e Fratoianni hanno fatto auto-sospendere l’eroe degli sfruttati. Ma non basterà questa auto-sospensione obbligata – e che fino all’ultimo Aboubakar ha cercato di rifiutare: «Non c’entro niente con gli affari della mia famiglia, vogliono solo farmi e farci fuori politicamente» – per chiudere un caso che ha mandato in tilt la sinistra dei puri e che è destinato a fare ancora male a quella parte politica.
Il deputato simbolo delle lotte degli sfruttati, con i suoi stivali infangati dell’esordio a Montecitorio, non è stato capace di dimostrare ai suoi compagni la sua estraneità dagli affaracci (presunti) della moglie e della suocera e dunque dopo tanto tira e molla i leader del suo gruppo lo hanno spinto a lasciare. Contestandogli tra l’altro il video vittimistico con cui Soumahoro ha cercato in lacrime di discolparsi ma soprattutto: «Perché quando ti abbiamo candidato non ci hai detto, e lo sapevi benissimo, che c’era un’inchiesta della magistratura aperta dal 2019 sulla cooperativa di tua suocera?».
La sinistra moralista e moralizzatrice ne esce male da questa vicenda che ha una ricaduta tutta politica e che racconta come minimo di un grave deficit di trasparenza. Dopo due giorni di incontri e arrabbiature nei faccia a faccia tra Soumahoro e il duo Bonelli-Fratoianni («Vi giuro…», «Non riusciamo a crederti…»), Aboubakar ha gettato la spugna, travolto dalle questioni imbarazzanti di moglie e suocera da cui si dichiara «estraneo» ma tutti, anche a sinistra, dicono che non poteva non sapere dei traffici della sua famiglia. Ossia dell’uso scorretto dei soldi che lo Stato fornisce alle cooperative che si occupano della gestione dei migranti.

Fratoianni, che pure aveva ricevuto prima delle elezioni segnalazioni sul rischio di candidare Aboubakar, parla così: «La sua decisione di auto-sospendersi è una forma di rispetto per un gruppo parlamentare e un’alleanza che ha contribuito alla sua elezione». Il punto politico è proprio questo: la sinistra, che si è fatta vanto di portare in Parlamento l’eroe di colore della guerra alle diseguaglianze, si è trovata a dir poco spiazzata dalle malversazioni scoperchiate dai magistrati e ha dovuto ammettere di aver fatto un pasticcio e un vero e proprio abuso della propria credibilità e di quella degli elettori facendo eleggere un personaggio così carico di ombre.
INDAGINI
E intanto a Latina la Guardia di Finanza sta passando al setaccio bilanci, fatture e rendicontazioni della cooperativa Karibu e del Consorzio Aid, riconducibili alla famiglia di Marie Therese Mukamitsindo, socuera di Aboubakar Soumahoro. In particolare sotto la lente è finito l’ultimo bilancio presentato dalla Karibu, quello chiuso nel dicembre 2021 da cui risultano un debito tributario di oltre un milione di euro, debiti verso istituti previdenziali per 100 mila euro e complessivamente debiti per oltre 2 milioni, in parte compensati da crediti vantati per oltre un milione. Ma spicca un particolare: nel 2021 il fatturato è precipitato da 4,9 milioni del 2019 a circa 200 mila euro del 2021. E’ il periodo in cui prende piede il Consorzio Aid, ma allo stato non si può verificare l’entità del suo giro d’affari visto che i consorzi non hanno l’obbligo di presentare i bilanci a fine anno. Sono aspetti al centro delle inchieste aperte dalla Procura di Latina e affidate ai magistrati Giuseppe Miliano e Andrea D’Angeli.

Le parole di Soumahoro

Ieri sera Spumahoro, ospite di “Piazza pulita” su La7, ha provato a rispondere alle contestazioni, ha ammesso di aver «commesso una leggerezza» e alla domanda «con quali soldi ha vissuto negli anni scorsi» ha risposto: «Ho scritto un libro». Quanto alla sua auto-sospensione, non è una cacciata: si tratta invece di una mossa di mezzo e di un tentativo di chiudere il caso da parte dei rosso-verdi un po’ a tarallucci e vino. Con la convinzione della sinistra, atavica ed eterna, che magari può esserci qualche compagno che sbaglia ma la supremazia morale resta nel campo opposto alla destra e i malfattori o i torbidi sono sempre gli altri.

ilmessaggero

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