Paolo Borsellino, 31° anniversario della Strage di Via D’Amelio – Il 19 luglio del 1992 Palermo e l’Italia intera furono sconvolti dall’attentato mafioso che uccise il giudice e i 5 agenti della sua scorta.
In via D’Amelio, il 19 luglio 1992 alle ore 16.58 – a soli 57 giorni di distanza dalla Strage di Capaci – un boato sconvolse nuovamente Palermo e l’Italia intera. Un vile attentato mafioso uccise il giudice Paolo Borsellino e i cinque poliziotti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi. Solo l’agente Antonino Vullo sopravvisse all’esplosione.
Ad uccidere il magistrato, in una domenica d’estate, fu un’autobomba che esplose alle 16:58 al numero civico 21 di via D’Amelio a Palermo.
L’attentato che avvenne 57 giorni dopo la Strage di Capaci, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo, spinse l’allora ministro della Giustizia Claudio Martelli a firmare d’urgenza l’applicazione del regime del carcere duro (art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario) nei confronti di circa 300 detenuti per reato di mafia, ‘ndrangheta e camorra, di cui dispose anche il trasferimento nei penitenziari dell’Asinara e di Pianosa.
Redazione