Migranti arruolati nell’esercito in cambio della cittadinanza. L’idea arriva dagli uffici di Stato maggiore della Difesa e non è escluso che il ministro Guido Crosetto prenda in considerazione l’ipotesi. “La legione straniera non dovrebbe scandalizzare, è un problema che prima o poi finirà col porsi”, affermava già nel 2006 Antonio Martino, ministro della Difesa del governo Berlusconi.
Ad oggi, viste le crescenti tensioni geopolitiche, la proposta torna sul tavolo e si pone come alternativa alla leva obbligatoria. Il Fatto Quotidiano scrive che i candidati dovranno essere “già residenti in Italia da qualche anno, con piena padronanza della nostra lingua e interessati ad acquisire la cittadinanza, come una sorta di premio, alla fine di un servizio che sarebbe per lo più a termine”.
Anche la Germania, che recentemente aveva parlato di un ritorno alla leva obbligatoria, ha accantonato l’idea in favore della legione straniera.
Ad avanzare la proposta è lo stesso ministro della Difesa socialdemocratico, Boris Pistorius, che da tempo lamenta l’inadeguatezza dell’esercito e la certezza di un’Europa in guerra entro la fine del decennio. “Non saremmo le prime forze armate in Europa a farlo”, aveva detto Pistorius, aprendo a soldati senza passaporto tedesco.
Ad oggi sono due i Paesi dell’Unione ad avere già arruolato uomini privi della cittadinanza: Francia e Spagna.
La storica legione straniera francese è diventata celebre a metà Novecento per la sua condotta spietata e per accogliere ancora oggi chiunque voglia sparire dalla circolazione senza lasciare traccia. In Spagna la legione fu creata per sopprimere le ribellioni coloniali degli anni 20 e durante la guerra civile, sotto la guida di Franco, si macchiò di terribili atrocità.
In Italia si parla di arruolare stranieri da ancor prima che la leva obbligatoria venisse abolita. La prima proposta di legge depositata in Parlamento risale infatti al 2001, poco dopo gli attacchi dell’11 settembre.
Viste le continue lamentale di Crosetto riguardo la carenza di organico e la vena bellicista dell’Unione Europea, l’ipotesi potrebbe farsi concreta.