Green Pass, Codacons ‘diffida’ Draghi/ “Disparità di trattamento tra vaccinati e non” – Green Pass europeo, dal Codacons una diffida urgente al premier Draghi: “Disparità di trattamento e profilo di ingiustizia tra vaccinati e non”. Chiesta la modifica del Dpcm del 17 giugno.
Il Green Pass europeo creerebbe una sorta di ingiustizia e dunque disparità di trattamento tra coloro che sono stati già vaccinati e chi invece non ha ancora effettuato la prima dose o completato il proprio ciclo di immunizzazione. A sostenerlo è il Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dei diritti degli utenti e dei consumatori, che nelle ultime ore ha presentato una “diffida urgente” contro il passaporto vaccinale voluto dal premier Mario Draghi e il suo esecutivo, nonché i competenti Ministri dell’Economia e dell’Innovazione Tecnologica.
Stando infatti a quanto riportato nelle ultime ore dall’agenzia di stampa Adnkronos, infatti, il Codacons avrebbe diffidato Draghi con un documento in cui si chiede la modifica urgente del Dpcm dello scorso 17 giugno sulla certificazione verde al fine di eliminare “ogni profilo di ingiustizia e disparità di trattamento tra cittadini italiani vaccinati e non e tra cittadini italiani ed europei”. Questo entro e non oltre la dead line del prossimo 1° luglio quando appunto è in programma l’entrata in vigore della certificazione verde per i cittadini che sono stati vaccinati e che è già possibile scaricare digitalmente o stampare in formato cartaceo.
Insomma, il coordinamento delle associazioni ravvisa una “disparità di trattamento” e chiede al Presidente del Consiglio di intervenire celermente dato che è prevista a breve la piena operatività del pass vaccinale: “Chi infatti non è vaccinato o non è guarito dal Covid” si legge ancora nel suddetto documento riportato dall’agenzia di stampa capitolina, “può ottenere la certificazione a seguito di esito negativo del tampone molecolare o antigenico: per le prime due categorie di persone la certificazione è gratis” spiegano dal Codacons, ricordando anche che invece “per coloro che invece devono ottenerla a seguito del tampone negativo molecolare o rapido, è a pagamento (circa 22,00 euro per i test rapidi; dai 70,00 a i 100,00 € per i test molecolari)”.
Non solo: le finalità del provvedimento che porterà all’entrata in vigore della certificazione (ovvero la possibilità di tornare a viaggiare, incentivando gli spostamenti) sarebbero “contraddittorie” rispetto aglio effetti che si otterrebbero: “Si riapre gratis per inoculati e guariti e a pagamento per coloro che non possono sottoporsi a vaccinazione per motivi di salute, o perché non ci sono dati (donne incinta) o semplicemente perché scelgono liberamente e legittimamente di non sottoporsi alla terapia genica sperimentale” si legge ancora nel documento che solleva un problema di “ingiustizia manifesta” e, in conclusione, fa l’esempio di chi deve partecipare a un evento ed è costretto a pagare 22 euro minimo per un tampone e ricorda il caso di altri Paesi europei, tra cui la Danimarca, che rende questi test gratis al fine di ottenere il ‘passaporto verde’.