Vermi martello invasivi e predatori individuati anche nel nostro Paese. Ecco di cosa si tratta e perché dovremo preoccuparci.
Una nuova specie di vermi predatori è stata individuata in Italia e in Francia. Vediamo di capire di che animali si tratta e perché dobbiamo preoccuparci.
Cosa sono i vermi martello
Chiamati così per la particolare forma della testa che richiama alla mente proprio un martello, questi vermi sono stati individuati per la prima volta due anni fa da un team di biologi francesi. La specie è stata ribattezzata Humbertium covidum, visto che la loro osservazione è coincisa con il lockdown legato alla pandemia. Proprio le restrizioni per il Covid-19 hanno reso difficili sia le analisi che le indagini sul campo.
Si tratta di un verme predatore di dimensioni contenute (nella foto un esemplare del Borneo, è lungo circa 3 cm) dal colore nero brillante e uniforme. La testa schiacciata serve loro per aiutarli a strisciare meglio mentre inseguono le prede, di solito molluschi o vermi più piccoli.
Le Planarie di terra sono predatori attivi e, anche se ancora sappiamo ben poco della loro biologia, sappiamo che si tratta di animali notturni che possono anche rimanere per mesi senza mangiare.
Non solo Humbertium covidum
L’Humbertium covidium, scoperto in Europa, non è il solo esemplare di verme martello. In realtà ce n’è un altro, il Diversibipalium mayottensis, che è stato individuato nell’arcipelago francese delle Mayotte, nell’Oceano Indiano.
Da dove arrivano i vermi martello
Sono piuttosto rare le specie di planarie terrestri presenti nel continente europeo. La maggior parte di questi animali striscianti hanno il loro habitat naturale in Asia, Africa e America del Sud. Per quanto riguarda l’Humbertium covidium ancora non sappiamo da dove provenga, anche se appare evidente che si tratta di animali non originari del territorio in cui sono stati individuati.
Non si tratta certo di casi insoliti, in quanto già in passato vermi martello provenienti dall’Asia erano stati individuati negli Stati Uniti quando ormai avevano già “colonizzato” territori che non gli erano familiari.
Nel caso dell’Humbertium covidium è stato individuato in provincia di Treviso, precisamente a Casier, e nel dipartimento dei Pirenei Atlantici, in Francia, alcuni anni fa. Secondo alcune fonti sarebbero stati individuati altri esemplari anche in Cina, in Russia e in Giappone, anche se a oggi non vi è stata ancora alcuna conferma.
Ma come sono arrivati questi vermi con la testa a martello in Europa? L’ipotesi più plausibile è che siano stati “trasportati” con le piante in vaso che, grazie alla globalizzazione, raggiungono ogni punto del Pianeta.
Quale impatto sull’ecosistema?
Non sappiamo ancora da dove provenga il verme potenzialmente invasivo, così come non possiamo ipotizzare quali effetti avrà sugli ecosistemi. Secondo gli esperti è importante mantenere alta l’attenzione al riguardo.
La sua diffusione potrebbe infatti minacciare la biodiversità del suolo. È infatti sufficiente una singola specie invasiva di vermi per compromettere in maniera importante la biodiversità endemica del suolo, perché i nuovi predatori vanno a distruggere l’equilibrio ecologico delle specie già presenti.