L’ammissione di Aifa riscrive la storia: «Il vaccino non ferma il contagio»

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vaccino ema - marocco

L’ammissione di Aifa riscrive la storia: «Il vaccino non ferma il contagio» – Nel rispondere all’associazione Arbitrium, Aifa ammette ciò che era già emerso dalle case farmaceutiche e da Ema: «Nessun vaccino Covid-19 previene la trasmissione del Sars cov-2». Il decreto che obbligava al vaccino i sanitari si basava su assunti falsi e così anche l’imposizione del Green pass. E lo Stato lo sapeva.

Emergono nuove e sorprendenti conferme sul fatto che le autorità sanitarie italiane fossero perfettamente a conoscenza del fatto che i vaccini anti Covid 19 non impedissero la trasmissione del virus. Conferme che mettono definitivamente in crisi l’assioma spacciato per dogma di draghiana memoria del «non ti vaccini, muori e fai morire».

L’ultimo in ordine di tempo arriva in questi giorni sotto forma di risposta che Aifa ha dato all’associazione Arbitrium.

«Nessun vaccino Covid-19 approvato presenta l’indicazione “prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars cov-2”». L’affermazione è contenuta nelle 8 pagine con cui la dirigente di Aifa Carla Cantelmo ha dato risposta alla richiesta di accesso agli atti amministrativi (FOIA) presentata il 20 giugno scorso dall’associazione Arbitrium-pronto soccorso giuridico presieduta dagli avvocati Valeria Panetta e Manola Bozzelli.

Arbitrium PSG aveva inviato la richiesta anche all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero della Salute.

«Ma mentre il Ministero – spiega l’avvocato Panetta alla Bussola – ci ha risposto di non avere documentazione e l’Iss ci ha rimbalzato ad Aifa, la risposta dell’ente nazionale del farmaco è quella che ci ha lasciato più spiazzati».

Nei nove quesiti presentati, l’ultimo era inerente alle indicazioni terapeutiche dei vaccini Covid e si articolava così: «Si chiede di indicare quale specialità̀ medicinale sia stata autorizzata in Italia con indicazione specifica “prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars cov-2”».

Dopo più di un mese, la risposta di Aifa ha fatto sobbalzare gli estensori della richiesta: «Nessun vaccino Covid-19 approvato presenta l’indicazione “prevenzione della trasmissione dell’infezione dall’agente Sars cov-2”».

«La risposta ci ha lasciato spiazzati in senso positivo – ha proseguito Panetta -, Aifa non ha potuto nascondere ciò che si sapeva e tra l’altro avevano già detto le case produttrici e cioè che i vaccini non possono prevenire un bel niente».

Cerchiamo di capire perché la risposta è per certi versi clamorosa.

«Perché apre a molti scenari politici e giudiziari, confermando che la legislazione di riferimento sul Covid si basava su assunti dimostratisi falsi. Nel Dl 44/2021 infatti, il primo decreto che istituiva l’obbligo di vaccinazione per i medici e gli operatori sanitari, era scritto a chiare lettere che la vaccinazione veniva resa obbligatoria per prevenire l’infezione da Sars Cov 2, non la malattia da Covid 19».

All’articolo 4 di quella legge così discussa e rivoluzionaria si legge: «Disposizioni urgenti in materia di prevenzione del contagio da Sars-CoV-2 mediante previsione di obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario» e poco più avanti: «sono obbligati (i sanitari ndr.) a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2. La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati».

Lapidaria la risposta della Panetta: «Questo significa che lo Stato ha obbligato la somministrazione di un prodotto che non aveva funzione per la sua ratio legis».

Anche la legislazione sul Green pass viene definitivamente messa in crisi da questa risposta che fa a pezzi la narrazione che il vaccino andasse fatto per proteggere sé stessi e gli altri, per non infettare i fragili, per essere certi di essere a contatto con soggetti non portatori del virus.

Insomma, una grande menzogna è stata costruita per costringere gli italiani a farsi inoculare: l’illusione – rivelatasi poi fallace all’atto pratico – che il vaccino mettesse al riparo dal Covid 19 e dalla sua trasmissione. Ebbene: le autorità sanitarie questo lo sapevano, ma agirono per imporre una lettura diversa dei fatti.

L’ammissione di Aifa non è però la scoperta dell’acqua calda, ma solo una certificazione ulteriore di evidenze e ammissioni sconcertanti che nel corso degli anni sono emerse, proprio sulla fallacia dei vaccini in ordine alla protezione dal virus: dalle ammissioni delle case farmaceutiche – celebre quella di Janine Small di Pfizer all’Europarlamento – ai report di Ema. E può essere materiale molto utile per la neonata Commissione bicamerale covid che inizierà i suoi lavori a settembre in Parlamento.

Va detto che non è la prima volta che Aifaammette che il vaccino non ferma il contagio: la stessa agenzia del farmaco aveva dichiarato nelle FAQ pubblicate il 4 agosto 2021 sul proprio sito ufficiale – quindi ben oltre la data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL 44/2021 – che «i vaccini attualmente in uso emergenziale non prevengono la trasmissibilità e la circolazione del virus, ma solamente la malattia Covid-19 determinata dal virus Sars Cov-2».

Questa risposta non è altro che un ulteriore tassello della menzogna sottostante la legislazione con la quale gli italiani, a cominciare dai medici, sono stati tenuti sotto scacco.

Ma concretamente che cosa possiamo farcene di questa informazione, a due anni ormai dalla fine della pandemia?

«Anzitutto il Ministero non può più dire di non avere documentazione, ma soprattutto è evidente che si impone un tema importante: l’abrogazione del decreto 44/2021 che è ancora esistente a ha forza di legge, anche se si prevedeva una sua scadenza al 31 dicembre 2022».

Perché allora abrogarlo? «Perché stanno tornando a riparlare di un aumento di casi covid ed è un attimo ritirarlo fuori dal cassetto per imporre la vaccinazione ai sanitari e poi a cascata a tutta la popolazione».

Lanuovabussolaquotidiana

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