Voglio mostrare ” l’inconscio” sulla mia pelle attraverso un tattoo!!!

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Il ritorno del tatuaggio nella nostra epoca è una riprova che vi sono nell’inconscio collettivo (Jung) degli archetipi perenni che l’uomo di ogni epoca ha bisogno di testimoniare, infatti per secoli il tatuaggio e il piercing sono stati usanze sacre, collegate ai riti, soprattutto a quelli di passaggio .
Oggi la molla più potente e profonda che spinge a desiderare un tatuaggio è probabilmente quella di volersi distinguere da tutti gli altri, il bisogno di riaffermare a livello visivo la propria diversità, il proprio essere unici rispetto alla massa.
Il corpo quindi diventa un quaderno su cui scrivereappunti da ricordare, da non dimenticare attraverso una forma di comunicazione non verbale e che sicuramente esprime un vissuto interiore. Il tatuaggio diventando parte integrante della propria identità personale, porta all’esterno qualcosa di noiche in genere viene tenuto nascosto o non espresso.
In una società dove tutto muta velocemente e dove i punti di riferimento sono sempre più labili e fragili, il tatuaggio quindi diventa qualcosa di “stabile” e “duraturo”.
C’è da riflettere su come tanto la scelta del disegno, quanto la parte da tatuare, non sono mai casuali, piuttosto sono entrambi espressione del vissuto e dell’inconscio individuale; se per l’adulto il tatuaggio sembra rispondere al bisogno di fermare il tempoad una fase della propria vita in cui si può “ancora trasgredire”, per l’adolescente, il tatuaggio, rappresenta una modalità per affermare la propria personalità, poiché ancora in divenire. Proprio per tali motivi è indispensabile che i genitori si soffermino sui bisogni più profondi dei loro figli, così da comprendere il reale messaggio sottostante la volontà di imprimersi un segno indelebile sulla pelle.

Dr.ssa Rita Zumbo

Psicologa psicoterapeuta psicoanalista junghiana

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