Questa storia, raccontata da “AsiaNews”, ha un sapore fiabesco. Una ragazzina siriana di soli 12 anni, Hend Zaza, della città di Hama (situata al centro del Paese, storicamente nota come Epifania di Siria e celebre per altri eventi più recenti anche all’inizio della guerra civile nel 2011) ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Giocando a ping pong (tecnicamente tennistavolo), si è qualificata per l’Asia Occidentale in Giordania, diventando ovviamente la più giovane atleta presente ai Giochi in quest’edizione funestata dal COVID – 19.
Purtroppo Hend è stata sconfitta. Ha prevalso l’austriaca di origine cinese Liu Jia, 39 anni, campionessa olimpica quattro anni prima della nascita della sua piccola – grande rivale. Quest’ultima però, ha già vinto, perché ha potuto “esserci”, nonostante nel suo Paese ci sia ancora la guerra.
La ragazzina è ben consapevole del suo traguardo: “Raggiungere le Olimpiadi di Tokyo era già un risultato – ha detto – Non mi è stato chiesto di vincere, mi è stato chiesto di giocare bene e penso di aver fatto una buona performance e imparato dalla sconfitta. Spero che alle prossime Olimpiadi ci sia qualcosa di più per me”. Ancora: “Ai miei occhi ho comunque realizzato qualcosa. Di sicuro, volevo vincere e prendere una o due partite, ma spero nelle prossime Olimpiadi.
“Le condizioni in cui mi sono allenata in Siria erano una cosa molto dura per me – ha ricordato – speravo in un piano d’allenamento diverso. Non avevamo questi tavoli né questa organizzazione”.
La partecipazione di Hend (come degli altri atleti siriani) ovviamente è stata molto seguita in patria, racconta Padre Amer Kassar, della Chiesa della Madonna di Fatima a Damasco. “Anche questo è un modo per attirare l’attenzione sulla Siria e sulle sofferenze del popolo siriano”, che ora, prosegue amareggiato il sacerdote, sembrano quasi dimenticati dalla comunità internazionale. Inoltre ovviamente lo sport attira i giovani, osserva.
C’è stato chi ha detto che vedere Hend Zaza alle Olimpiadi, sia stato un “miracolo”, perché lei è riuscita a prepararsi alla grande competizione e ad accedervi pur non lasciando la Siria; è considerata un’ “eroina” che è servita “a dare speranza a tutta la nazione”.
Quando e come ha iniziato a giocare? A 5 anni, appassionandosi ad uno sport che già praticava un suo fratello più grande.
Undicenne, nel febbraio 2020, ha vinto in Giordania il titolo che l’ha portata dritta alle Olimpiadi. Ha sconfitto l’avversaria libanese Mariana Sahakian, 42 anni (sic!) e in Siria ha vinto nelle quattro categorie possibili, anche contro gli atleti più bravi.
Hend Zaza ha raccontato di aver iniziato la sua carriera agonistica vera e propria, per avere una sorta di valvola di sfogo dal dramma della guerra, conosciuta da quando lei aveva appena due anni.
Nel 2016 è stata scelta dalla Federazione per partecipare al programma “Hopes”, che lancia “nuovi talenti” nello sport. Vista la situazione in Siria, la giovanissima giocatrice di ping pong ha potuto disputare soltanto due o tre partite importanti all’anno, ha detto il suo allenatore. Perciò a maggior ragione il fatto di essere riuscita ad andare alle Olimpiadi, è davvero un successo enorme anche per lui.
La ragazzina è stata anche la prima qualificarsi, dopo aver battuto altre atlete in Medio Oriente. E’ una che crede nei suoi sogni. Anche dopo l’eliminazione ha esortato a farlo: “Il mio messaggio a tutti è: lottate per i vostri sogni. È la mia prima Olimpiade e la prossima volta lavorerò di più per un risultato migliore. Giocare contro un avversario di grande esperienza è stato molto difficile”.
Di Alessandra Boga