Siamo riusciti a catturare un incredibile evento astronomico che per fortuna è avvenuto a milioni di anni luce dal nostro pianeta, ma la cui portata è talmente ampia che, se potessimo vederlo a occhio nudo dalla Terra, risulterebbe grande quanto 16 lune piene nel cielo.
Ancora una volta è grazie a un potente radiotelescopio, il Murchison Widefield Array in Australia, che gli astronomi hanno catturato i massicci getti di materia scartata da un buco nero mentre fuoriescono dal suo centro e hanno corredato il tutto con una pubblicazione scientifica (disponibile in FONTE) che spiega nel dettaglio quanto avvenuto.
Dopo decenni di studi e grazie anche alle prime immagini catturate in tempi recenti sappiamo che i buchi neri sono dei mostri supergalattici che si nutrono di tutta la materia presente nelle loro vicinanze. Questa viene risucchiata creando una sorta di vuoto gravitazionale e attorno all’enorme corpo celeste si forma quello che viene definito “disco di accrescimento”. Lo possiamo immaginare visivamente come una versione molto più enorme dei dischi di Saturno, ma in comune ha solamente una parziale somiglianza nell’aspetto…poiché la sostanza è tutt’altro.
Non si tratta di una foto “punta e scatta” ottenuta con semplicità, ma è frutto di un’elaborazione grafica complessa dell’immagine radio catturata dall’MWA. Vediamola a seguire, poi vi forniremo ulteriori dettagli sulla sua natura.
Il buco nero non è chiaramente visibile, ma si trova al centro dell’immagine e presenta una massa di circa 55 milioni di soli, qualcosa di realmente difficile da immaginare. Da precedenti osservazioni sappiamo che per milioni di anni questo buco nero ha assorbito il materiale della galassia Centaurus A, di cui fa parte, e ora per la prima volta siamo riusciti a catturare i getti di materiale cosmico scartato che si estendono per circa un milione di anni luce.
Centaurus A è una galassia ellittica attiva che si trova relativamente vicino a noi, a circa 12 milioni di anni luce, pertanto i dati che possiamo ricavare da eventi simili sono più unici che rari e dal valore scientifico inestimabile. I flussi che al nostro occhio appaiono solamente come incredibili getti colorati, in realtà influenzano anche le altre galassie vicine con le onde elettromagnetiche generate e sono rilevabili dai nostri radiotelescopi sulla Terra.
Per ottenere questa spettacolare immagine i ricercatori hanno combinato le rilevazioni radio con dati ottici e a raggi X. Secondo McKinley, l’autore principale dello studio e astronomo della Curtin University, questa è la prima volta in cui riusciamo a fotografare i getti di emissione senza distorsioni e nella loro interezza. Ciò è stato possibile grazie alla struttura dell’MWA, telescopio dotato di 4.096 antenne disposte in 256 griglie regolari distribuite per diversi chilometri, che ha permesso di avere una prospettiva così ampia.