Il Marocco potrebbe entrare ufficialmente nel club dei Paesi produttori di petrolio. Le speranze del Regno si sono accese dopo che la società britannica Europa Oil & Gas ha annunciato la scoperta di un giacimento offshore nell’area di Inezgane – al largo della costa di Agadir, nel sud del Paese. «La creazione di un comparto legato all’estrazione di combustibili fossili consentirà all’industria nazionale di fare un salto di qualità e di intensificare la produzione, ampliando il perimetro delle esportazioni all’estero», ha affermato l’economista El Mehdi Fakir. La compagnia ha rivelato la presenza di più di due miliardi di barili su una superficie di 11.228 chilometri quadrati, segnalando che il pozzo si trova sulla medesima giacitura geologica che ha portato a importanti ritrovamenti di petrolio e gas lungo il versante occidentale dell’Africa: questa regione rimasta finora inviolata sembra offrire ottime possibilità di esplorazione petrolifera. L’Europa Oil & Gas, che ha già avviato le operazioni di estrazione, gode del 75% della licenza di ricerca nel giacimento, mentre l’Ufficio Nazionale per gli Idrocarburi e le Miniere ne detiene il 25%. Dalla fine del 2019, il Regno ha investito 800 milioni di dirham marocchini (circa 82 milioni di dollari) nel settore, stringendo partnership con contractors internazionali specializzati nell’esplorazione a terra e in mare, per scovare ricchezze sotterranee in grado di generare un vantaggio economico per il Paese. Rabat offre diverse agevolazioni per incoraggiare e attrarre investimenti stranieri, compresa l’esenzione totale dalle tasse per un periodo di dieci anni a beneficio delle compagnie che ottengano buoni risultati dall’attività di ricerca petrolifera. Gli economisti evidenziano che i ritrovamenti di queste fonti energetiche aiuteranno a contenere le importazioni, riducendo il deficit di bilancio. I dati ufficiali, infatti, indicano che il Regno importa oltre il 90% del suo fabbisogno di energia dall’estero. «La trasformazione del Marocco in Paese produttore di petrolio e gas consentirà di raggiungere l’autosufficienza energetica prima del previsto e di controllare il bilancio pubblico. Naturalmente, è importante che i fondi finanziari da valuta forte, fino a questo momento destinati all’import, siano ora investiti nello sviluppo di altri settori. L’operazione contribuirà anche a sostenere i piani nazionali per la transizione energetica, attraverso l’utilizzo del gas per la produzione di elettricità, dopo aver raggiunto l’autosufficienza associata ai consumi tradizionali», ha detto El Mehdi Fakir. La scoperta di riserve di greggio in varie regioni del Marocco non è cosa rara, eppure il mancato raggiungimento dello stadio di sfruttamento ha spesso minato la credibilità del dati forniti dalle società di esplorazione. «L’annuncio della scoperta di giacimenti da parte delle compagnie straniere non implica necessariamente la capacità di estrazione, anche perché i costi superano i ritorni economici, specialmente quando i ritrovamenti non sono molto significativi in termini quantitativi. Pozzi di greggio sono già stati trovati in precedenza, ma il loro sfruttamento è sempre stato ostacolato dalla mancata fornitura di tecnologie avanzate e dai costi elevati. Si rende, quindi, necessario il potenziamento della ricerca scientifica per poter sviluppare tecniche che ci consentano di approfittare delle riserve petrolifere di cui il nostro Paese è ricco», ha spiegato Omar El Kettani, professore di economia presso l’Università Mohammed V di Rabat.
MAROCCO: SCOPERTO UN GIACIMENTO DI PETROLIO DA DUE MILIARDI DI BARILI
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