Calabria – E’ giallo sulla morte di un finanziere di 52 anni, in servizio a Lamezia Terme, il cui corpo è stato scoperto ieri mattina in un appartamento, a Pizzo Calabro, appartenente ai suoceri. L’uomo aveva fatto parte del team di investigatori della Guardia di Finanza di Reggio Calabria impegnato nell’inchiesta Petrolmafie: e proprio ieri era atteso per una testimonianza al Tribunale di Vibo per il controesame nel processo sugli affari illeciti della ‘ndrangheta vibonese nel settore degli idrocarburi.
Apparentemente, il finanziere si sarebbe suicidato – presentava una ferita al capo provocata da un colpo partito dalla pistola d’ordinanza – ma, prima di stabilirlo, la Procura attende l’esito dell’autopsia che ha già disposto.
L’inchiesta Petrolmafie
L’operazione, scattata nel novembre 2021, costituisce l’epilogo delle indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria e dallo Scico con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria, a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nel commercio, su ampia scala, degli idrocarburi.
L’attività investigativa ha portato alla luce una presunta struttura organizzata, attiva nel commercio di prodotti petroliferi, finalizzata ad evadere le imposte, in modo fraudolento e sistematico, sotto la direzione strategica di un commercialista campano e con la compiacenza di soggetti esercenti depositi fiscali e commerciali, avvalendosi del controllo capillare di tutta la filiera della distribuzione del prodotto, dal deposito fiscale ai distributori stradali.
A detta degli inquirenti, la ‘ndrangheta e altre organizzazioni criminali siciliane e campane avrebbero creato – per meglio gestire il business del commercio di prodotti petroliferi, un settore economico altamente remunerativo sull’intero territorio nazionale – i una vera e propria joint venture criminale volta alla massimizzazione dei profitti illeciti ai danni dello Stato e della libera concorrenza.
Il finanziere trovato cadavere a Pizzo calabro ieri mattina era uno dei testimoni principali dell’accusa rappresentata dalla Dda di Catanzaro. Apparentemente morto suicida.