La Bielorussia ha introdotto la pena di morte per aver preparato un attacco o “tentativo di atto terroristico”, secondo un decreto pubblicato mercoledì e citato dalle agenzie russe. Si tratta di accuse che prendono di mira molti attivisti dell’opposizione, tra cui il suo capo esiliato del Paese.
“Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha firmato la legge che prevede la possibilità della pena di morte per un tentato atto di terrorismo”, secondo l’agenzia Ria Novosti, mentre fino ad ora solo coloro che hanno commesso un simile atto erano passibili di esecuzione.
Secondo l’agenzia Interfax, il testo rileva che nessuna “preparazione o tentativo” di reato è punibile con la morte ad eccezione di coloro che si qualificano come “terroristi”.
Dal vasto movimento di protesta del 2020 contro la rielezione dell’autoritario Lukashenko, al potere dal 1994, molti oppositori sono stati accusati e arrestati per aver tentato o preparato un atto di terrorismo.
Nel marzo 2021 la procura bielorussa ha annunciato che la leader dell’opposizione, Svetlana Tikhanovskaïa, costretta all’esilio nel 2020 dalla repressione della protesta, era essa stessa oggetto di un’indagine per “preparazione di un atto di terrorismo in una banda organizzata ”, secondo l’agenzia statale bielorussa Belta.
La Bielorussia, ex repubblica sovietica alleata della Russia, è l’ultimo Paese in Europa ad applicare ancora la pena di morte. Il Paese, che compie diverse esecuzioni ogni anno, spara ai suoi detenuti. Dalle elezioni presidenziali del 2020, durante le quali la signora Tikhanovskaya ha accumulato un sostegno popolare a sorpresa mobilitando enormi folle per denunciare un voto truccato dal Lukashenko, le autorità hanno dato un notevole giro di vite, arrestando centinaia di persone e costringendo all’esilio una moltitudine di leader dell’opposizione o semplici manifestanti. Molte figure del movimento sono state condannate a pesanti pene detentive, ONG e media indipendenti sono stati banditi e accusati di estremismo. Un nuovo processo a carico di 12 attivisti dell’opposizione è stato aperto mercoledì anche nella città di Grodno e il loro presunto leader, Nikolai Avtukhovitch, è in particolare accusato di un atto di “terrorismo” e di averne preparato uno in una banda organizzata, secondo l’ONG per i diritti umani Viasna, molti dei cui membri e il suo leader sono anch’essi in carcere. Secondo questa fonte, gli inquirenti accusano il gruppo di aver appiccato il fuoco a un’auto e alla casa di un poliziotto, poi di aver fatto esplodere l’auto di un altro.