Incendio a Malagrotta. Nel day-after ancora troppi interrogativi
Ieri una nube di fumo ha riempito il cielo sopra la Capitale. Oggi, mentre si cercano le cause, al via misure davanti a quello che viene ormai etichettato come un vero e proprio disastro ambientale
Nuovo incendio nella Capitale, il secondo in un ex impianto di raccolta rifiuti della Capitale. Dopo quanto avvenuto nel 2018 al Tmb Ama Salario, nella giornata di ieri il fuoco è divampato nell’ex discarica di Malagrotta. L’intervento dei Vigli del Fuoco è stato tempestivo e il loro lavoro, durato fino a notte inoltrata, è stato determinante per confinare le fiamme e spegnere il rogo.
L’incendio, che ha interessato due capannoni per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti, ha provocato nubi di fumo gigantesche, accompagnate da miasmi irrespirabili in tutta la città, in particolare nell’area Nord-Est della Capitale.
Le Autorità competenti stanno cercando di fare chiarezza sulle cause dell’accaduto che restano, ad oggi, da chiarire. Come detto si tratta del secondo episodio di incendio ad un impianto dedicato ai rifiuti negli ultimi quattro anni.
Il danno, oltre che alla struttura, è anche e soprattutto ambientale. Il Comune di Roma ha disposto, attraverso un’ordinanza del Sindaco, la chiusura di scuole dell’infanzia ed asili nido per un raggio di 6 km, nonché la sospensione di attività scolastiche, centri estivi, il divieto del consumo di alimenti di origine animale e vegetale prodotti nell’area, il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile, il divieto dell’utilizzo di foraggi e cereali raccolti nell’area. Sempre con lo stesso perimetro di azione, la Asl ha disposto il divieto delle attività all’aperto e l’obbligo di tenere le finestre chiuse. L’Arpa sta posizionando centraline per il monitoraggio dell’aria. La situazione va tenuta sotto controllo.
Intanto a Roma si fa eco la necessità di un piano per le emergenze, attualmente non disponibile, per le aree ritenute ad alto rischio. Alcuni disastri possono essere evitati attraverso una strategia preventiva, rendono note le Autorità, altri ancora affrontati in maniera tempestiva e contenuti. Un piano strutturale è non solo necessario ma prioritario per una città nella quale ci sono ancora molti nodi da sciogliere. Uno di questi è proprio quello legato all’emergenza rifiuti: nella Capitale manca infatti un impianto di raccolta e trattamento. Recentemente si è parlato di un termovalorizzatore, notizia che però non sembra aver messo d’accordo tutte le parti.
Intanto il Codacons ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per la possibile ipotesi di disastro ambientale. “E’ necessario capire se vi siano responsabilità anche dolose nel rogo che ha interessato la discarica e che potrebbe avere conseguenze enormi sul fronte sanitario e ambientale. La magistratura deve aprire subito indagini per la possibile fattispecie di disastro ambientale e per reati contro la salute pubblica, indispensabili ai fini dell’accertamento dei fatti e delle responsabilità”. Queste le parole del Presidente dell’associazione, Carlo Rienzi. Il Codacons, viene precisato in una nota, “in considerazione dei disagi subiti dai cittadini che risiedono nell’area della discarica e in caso di rischi sul fronte sanitario, l’associazione è pronta inoltre a lanciare una class action a tutela di tutti i residenti dell’area nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili di illeciti o violazioni”.
Marco Ottaviani